L'Italia sborsa 48,2 miliardi per sostenere i piani dell'Ue E rischia anche il contagio

Il crac della Grecia, gli aiuti a Irlanda e Portogallo, il maxi prestito alla Spagna: stare in Europa ci costa davvero caro. E il Fondo "salva Stati" è già quasi vuoto

L'Italia sborsa 48,2 miliardi per sostenere i piani dell'Ue E rischia anche il contagio

Una sberla da 503 miliardi di euro. I Paesi dell'Eurotower sta pagando a peso d'oro il salvataggio dei Paesi in bancarotta. Dalla Grecia all'Irlanda, dal Portogallo alla Spagna: non mandare a gambe all'aria i cosiddetti Pigs è costato caro ai membri dell'Unione europea. La crisi chiama la crisi. E il timore del contagio è sempre più forte ora che da Atene l'incubo del default si è spostato a Madrid. Con un occhio al Fondo europeo si stabilità (Efsf) che si sta lentamente esaurendo. La domanda (scontata e semplice) è la seguente: se la cancrena contagia anche le banche nostrane, con quali denari verranno salvate?

Spulciando i dati della Banca d'Italia si scopre che nel corso del 2010 il sostegno ai Paesi in difficoltà è costato all'Italia 3,9 miliardi, pari allo 0,3% del prodotto interno lordo. Il 2 giugno del 2010 il Fondo Efsf  ha versato nelle casse di Atene 110 miliardi, mentre il 29 ottobre ne ha versati altri 85 in quelle dell'Irlanda. Nel 2011 la somma degli aiuti italiani è salita a 9,2 miliardi, pari allo 0,6% del prodotto interno lordo. Il 16 maggio dello scorso anno sempre il Fondo Efsf ha, infatti erogatoi 78 miliardi al Portogallo. Il 2012, invece, è l'anno - almeno per il momento - della Grecia e del Portogallo. Il 14 marzo è scattata la seconda tranche degli aiuti ad Atene: nelle casse elleniche sono finiti 130 miliardi di euro. Con la promessa di 100 miliardi per le banche iberiche sorge però un problemino. Il Fondo europeo di stabilità, detto anche fondo "salva Stati", è stato creato nel 2010 ma ha già quasi svuotato la sua disponibilità iniziale. Adesso bisogna grattare il fondo in attesa che il Fondo Efsf venga sostituito con il Meccanismo europeo di stabilità (Esm), fondo regolato da una legislazione internazionale con sede a Lussemburgo che avrà una dotazione iniziale di 940 miliardi di euro che verrà poi abbassata a 700 miliardi.

Tornando all'Italia, il Corriere della Sera svela le stime di spesa messa in conto dal dicastero dell'Economia. "Il governo (italiano, ndr) stima di concedere finanziamenti complessivi in favore di Grecia, Irlanda e Portogallo per 29,5 miliardi che saranno sempre erogati dall'Efsf - si legge sul quotidiano di via Solferino - in più bisogna conteggiare i versamenti per la sottoscrizione della quota italiana al capitale dell'Esm il meccanismo permanente destinato a sostituire il vecchio Fondo salva Stati. Si tratta di circa 5,6 miliardi da versare in due rate". Questo fino a qualche giorno fa. Perché, a questo punto, il dicastero di via XX Settembre dovrà fare i conti col via libera dei 100 miliardi di aiuti alle banche spagnole. Aiuti che non finiranno direttamente nelle casse del governo spagnolo, ma che andranno ad appianare i buchi di quelle banche che, negli ultimi anni, hanno speso a destra e a manca per acquistare immobili dal valore dubbio e bomber da schierare sui campi da calcio.

Aiuti che andranno sicuramente ad appesantre il conto (già di per sé salato) dell'Italia. Qualora il prestito dovesse essere regolato ancora dal Fondo Efsf, l'Italia contribuirà sborsando il 19,8% dei 100 miliardi di euro.

"In ogni caso il calcolo è già salato così - chiarisce il Corsera - 48,2 miliardi di euro di esborsi entro il 2012 senza contare quindi le altre tre rate di versamenti pro-quota del capitale dell'Esm entro la metà del 2014". A questo va ad aggiungersi l'impegno per l'esaurimento degli aiuti già stanziati dall'Efsf. Insomma, mentre il governo Monti si affatica cercando di tagliare gli sprechi e valutando misure cge facciano ripartire il pil, i buchi di altri Paesi Ue ci costano ulteriori sforzi. Una voragine senza fondo. "Non si può dire che il rischio contagio non ci sia - ha ammesso il ministro allo Sviluppo economico, Corrado Passera - però credo che la situazione italiana sia ben diversa da tutte le altre". Adesso, dopo il crac greco e il maxi prestito alla Spagna, Monti non ha più vie d'uscita: deve pensare soltanto alla crescita. Altrimenti l'Italia si accoderà ai Pigs a pietire aiuti per tirare a campare.
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