I grillini avvertono la Schlein: "Non prendiamo ordini da nessuno"

L'alleanza tra Pd e M5S appare tutt'altro che in discesa. Tra prudenze e diffidenze, i pentastellati aspettano la Schlein alla prova dei fatti

I grillini avvertono la Schlein: "Non prendiamo ordini da nessuno"

Elly Schlein e Giuseppe Conte si sono ritrovati appassionatamente insieme sul palco antifascista di Firenze. È il preludio di un ritorno alla coalizione giallorossa?

Quella di Schlein e Conte insieme, una accanto all’altro, è una bella immagine che, però, potrebbe restare tale. Lei, 37 anni, un passato come europarlamentare e una breve parentesi da vicepresidente dell’Emilia-Romagna e un presente da segretaria del Pd. Lui, 58 anni, leader del M5S in carica e due esperienze da presidente del Consiglio. Apparentemente molto vicini, in realtà molto distanti. Per ora, infatti, sia nel campo del M5S sia in quello del Pd, a prevalere è la prudenza e la possibilità della nascita di un’alleanza strutturale pare ancora lontana. “Prima di parlare di alleanze bisogna vedere se le parole di Elly Schlein diventeranno realtà anche perché – spiega a ilGiornale.it il deputato pentastellato Riccardo Tucci - abbiamo già visto arrivare dei nuovi segretari del Pd col proposito di cambiare tutto e, poi, dopo un anno e mezzo, avevano già disatteso le loro promesse”. Il parlamentare grillino si chiede: "La Schlein, cosa dirà al sindaco di Roma sull’inceneritore? Gli dirà di incenerirlo oppure no?". Anche Vittoria Baldino, vicecapogruppo del M5S alla Camera, appare alquanto scettica dal momento che non soltanto sull’ambiente ma anche sul salario minimo e, soprattutto, sulla posizione da tenere riguardo al sostegno militare all’Ucraina sono parecchie le divergenze tra democratici e pentastellati. "È prematuro parlare sia di alleanze strutturali sia di leadership", ribadisce la Baldino che, di fronte al rischio di rivedere il M5S in posizione subalterna rispetto al Pd, dice: "Credo che il Movimento non prenderà mai ordini da nessuno, di questo ne sono sicura".

Pd e M5S, al momento, secondo i sondaggi, sono alla pari ed è difficile prevedere, qualora l’alleanza si concretizzasse, chi ne trarrebbe maggior vantaggio e chi, invece, scenderebbe nei consensi. “Magari è lei a risultare la "brutta copia" del M5S e a trarne vantaggio, alla fine, siamo noi. Se si guardano i risultati elettorali degli ultimi dieci anni sono sempre stati i Cinquestelle a rubare voti al Pd”, ricorda Tucci. Non è irrilevante sapere chi avrà più voti perché questo elemento determinerà anche chi sarà a dare ‘le carte’ nella futura alleanza. Un problema che, per ora, non sembra impensierire neppure i democratici. “Dato che non vedo elezioni Politiche alle porte, non mi pongo adesso il problema. A me interessa rigenerare il Pd e che il Pd ricopra un ruolo fondamentale. Anche quando perdiamo abbiamo dimostrato che non esiste un centrosinistra senza il Pd”, dice Chiara Gribaudo, fedelissima della Schlein. “Il riavvicinamento su cui deve impegnarsi il PD è quello con il suo popolo.

Con quei sette milioni di elettori che ci hanno lasciato dal 2008. Con nuovi elettori che possono guardare al Pd”, le fa eco il senatore Walter Verini che, in ogni caso, auspica che in Parlamento nascano subito delle convergenze tra le forze di opposizione.

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