Il fatto è che non ci credono nemmeno loro. A sinistra sognano il campo largo per tentare il ritorno al potere, eppure il desiderio dell'ammucchiata progressista è al contempo accompagnato da una chiara consapevolezza: al momento, l'ipotetica alleanza sarebbe carente di elementi moderati e riformisti. Caratteristica che la renderebbe indigesta a un'ampia fetta di elettori e di potenziali aderenti. In un momento di autocoscienza, a evidenziare la macroscopica contraddizione interna è stato stamani il sindaco di Milano Beppe Sala, che a margine dell'evento L'Europa che vogliamo - organizzato dai bonacciniani - ha chiuso la porta a un proprio ruolo da federatore.
"Io federatore del campo largo? È troppo difficile, e il campo largo a oggi fa fatica a esistere nel centrosinistra", ha affermato Sala davanti ai cronisti, tirando una picconata al progetto politico caldeggiato (tra mille difficoltà) da Elly Schlein e Giuseppe Conte. "Ogni tanto ne parlo coi colleghi del centrodestra, alla fine la differenza e un po' la loro fortuna è che hanno Forza Italia anche se non pesa tantissimo, ne garantisce una tenuta sul centro e sulla parte moderata, cosa che in questo momento manca a noi e i conti sono presto fatti", ha proseguito il sindaco di Milano, riconoscendo senza giri di parole il vulnus della possibile ammucchiata progressista.
Per questo -ha aggiunto Sala - "bisogna guardare con attenzione alla formazione di forze nuove, in realtà in teoria potrebbero esserci, però vediamo quanto fanno fatica a coesistere in un campo di sinistra". Saranno fischiate le orecchie a Elly Schlein, che oggi esalta il modello sardo come esempio di possibile coalizione vincente. Peccato però che quel riferimento sia a un'alleanza guidata dai Cinque Stelle (e nemmeno dal Pd), nella quale le forze centriste e riformiste sono state di fatto escluse dai giochi. La sola ipotesi di una riproposizione di quel paradigma a livello nazionale fa accapponare la pelle anche a molti moderati di sinistra che ancora oggi guardano la corrispondenza di amorosi sensi con i pentastellati con estremo sospetto. E che vorrebbero un centrosinistra differente da quello della Schlein.
"Abbiamo bisogno tanto dei Cinquestelle quanto delle forze moderate per un
centrosinistra plurale", ha commentato Stefano Bonaccini nel corso dell'evento milanese odierno, mandando un messaggio abbastanza chiaro alla segretaria Pd: l'alleanza coi grillini "non basta".
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