In manette Sarno, personaggio centrale del «sistema Sesto» che fa capo a Penati

In manette Sarno, personaggio centrale del «sistema Sesto» che fa capo a Penati

MilanoPer fare parte del «sistema», il curriculum non era abbastanza. Nemmeno quello dell'architetto Paolo Portoghesi, docente universitario e membro dell'Accademia dei Lincei. Per lavorare a Sesto San Giovanni bisognava passare per Renato Sarno, architetto, profilo professionale assai più basso. Però Sarno era l'uomo giusto. Era, secondo i pm, il «collettore di tangenti per conto di esponenti politici di area di centrosinistra» che a Sesto hanno gestito l'imponente processo di riqualificazione urbana delle aree ex Falck. È il grande scandalo nel quale si sarebbe mosso l'ex sidanco Filippo Penati, e che agita i sonni del Democratici. Ieri Sarno è stato arrestato dalla Gdf di Milano. L'accusa è di concussione in concorso con Marco Bertoli, direttore generale al Comune di Sesto ora indagato: avrebbero indotto il costruttore Edoardo Caltagirone a stipulare un contratto di consulenza con Sarno. L'alternativa? Le pastoie della burocrazia sestese.
Il nuovo capitolo dell'indagine monzese riguarda i terreni dell'ex stabilimento «Vulcano», 260mila metri quadrati inclusi nell'area Falck e che avrebbero dovuto ospitare un nuovo insediamento commerciale e abitativo. La superficie fu acquistata nel 1990 da Caltagirone, ma l'imprenditore non riuscì mai a far partire i lavori. L'unico modo era scendere a patti con gli uomini del «sistema». A raccontarlo è lo stesso Caltagirone. Bertoli, spiega il costruttore ai pm, lo invitò a liberarsi di Portoghesi (incaricato dalla Caltagirone spa) e ad affidarsi a Sarno. Quest'ultimo, poi, pretese una ricca consulenza: contratto da un milione, e 300mila euro effettivamente versati a Sarno a titolo di anticipo. Un «compenso esorbitante», sottolinea il giudice. Che fine fanno quei soldi? È la domanda sottesa all'intera inchiesta sul «sistema Sesto». Finiscono «a funzionari pubblici». Le consulenze servivano a creare fondi neri da destinare ai politici, di cui Sarno era «il professionista di riferimento». Denaro di cui è stata trovata traccia nei conti dell'architetto. «Importi ingenti», sottolinea il gip, e «numerosi pagamenti a favore di società estere», anche nei paradisi fiscal. È il ruolo di Sarno a tenere alto il livello dell'indagine. Perché esiste «un'anomala commistione tra l'attività professionale » di Sarno e la carriera dell'ex braccio destro di Pier Luigi Bersani.

Dalla raccolta fondi per l'associazione «Fare Metropoli» e quella per i comitati elettorali dell'ex presidente della Provincia, fino agli incarichi ottenuti dalla Milano-Serravalle, la società autostradale al centro di un'altra inchiesta dei pm di Monza, a caccia della maxi-tangente rossa.

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