Un Partito democratico allo sbando, senza identità e impegnato esclusivamente a gestire le lotte interne, delle quali agli elettori non interessa nulla: questa la "fotografia" scattata da Clemente Mastella durante un intervista concessa a Il Fatto Qutidiano.
Lo storico esponente della Democrazia cristiana non usa giri di parole per affossare i dem. "Lo votano ancora per inerzia pochi intellettuali, non ci sono più persone al seguito", dice, sicuro del fatto suo, anche per dare un'interpretazione dell'ultima pesante sconfitta elettorale.
Alla base di questo insuccesso c'è anche una forte componente di instabilità, a causa del fatto che le anime politiche confluite all'interno del Pd non si siano mai effettivamente amalgamate. "L'alambicco ha distillato un prodotto che non si è mai mescolato. I cattolici democratici e gli ex comunisti sono rimasti ostili gli uni verso gli altri", rivela al giornalista il sindaco di Benevento."Quando avevi alla guida del partito uno della Ditta, come Bersani, gli altri gli facevano la guerra e lo mandavano a casa, oppure succedeva il contrario", aggiunge.
Manca il collante con la base degli elettori e c'è una ricerca spasmodica del potere fine a se stessa, spiega ancora Mastella. "Il Partito democratico ha avuto una deriva dorotea. Ora non ci sono neanche più le sezioni, non c'è vitalità, non c'è nulla: è abbandonato alla decadenza morale e politica", precisa l'esponente di Noi Di Centro, "guardi il caso Qatar. C'è stata una gestione terribile e l'unico collante è il potere. Il potere per il potere".
Non solo. Per mantenere questo potere i dem non si sono mai fatti alcuno scrupolo ad accettare la "corte" di schieramenti in teoria ben distanti dal punto di vista politico."Hanno stretto patti con chiunque. E facevano pure i moralisti dei miei stivali", affonda ancora l'ex rappresentante democristiano."Oltretutto sono incapaci a livello strategico, non sanno poggiare l'orecchio per terra per capire dove va lo zoccolo del cavallo". Peggio ancora, secondo Mastella, i rappresentanti dem "pensano di essere pastori ma sono pecore. Capi pecore, più che capi bastone. Una classe dirigente modesta".
Per quanto concerne lo scontro tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein in merito alla corsa alla segreteria del partito, infine, il sindaco di Benevento lancia un'ultima bordata.
"Non vedo grande differenza", dichiara in conclusione,"il corpaccione del gruppo dirigente si è messo al riparo sotto Bonaccini, un'altra parte vorrebbe riciclarsi con Schlein. Mi permetta di dire che alla gente non gliene fo**nulla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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