"La democrazia non è mai conquistata per sempre. Anzi, il succedersi delle diverse condizioni storiche e delle loro mutevoli caratteristiche, ne richiede un attento, costante inveramento". Il monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è risuonato oggi alla cerimonia di apertura della 50esima edizione della Settimana sociale dei Cattolici in Italia, a Trieste. Intervenendo all'evento, il capo delle Stato ha offerto spunti di riflessione sui valori democratici, con riferimento all'attualità e alle sue sfaccettature. "Nella complessità delle società contemporanee, a criticità conosciute, che mettono a rischio la vita degli Stati e delle comunità, si aggiungono nuovi rischi epocali: quelli ambientali e climatici, sanitari, finanziari, oltre alle sfide indotte dalla digitalizzazione e dall'intelligenza artificiale", ha affermato Mattarella.
L'esercizio della democrazia, "come si è visto, non si riduce a un semplice aspetto procedurale e non si consuma neppure soltanto con la irrinunziabile espressione del proprio suffragio nelle urne nelle occasioni elettorali", ha detto ancora il presidente della Repubblica, tenendo un discorso incentrato proprio sui temi che ispirano la 50esima Settimana sociale dei Cattolici in Italia, oggi inaugurata. "Le condizioni minime della democrazia sono esigenti: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze", ha aggiunto il capo dello Stato, citando anche l'ex senatore e giurista Norberto Bobbio.
"I diritti - ha aggiunto infatti aggiunto Mattarella in uno dei passaggi centrali - si inverano attraverso l'esercizio democratico. Se questo si attenua, si riduce la garanzia della loro effettiva vigenza. Democrazie imperfette vulnerano le libertà: ove si manifesta una partecipazione elettorale modesta. Oppure ove il principio 'un uomo-un voto' venga distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori. Ancor più le libertà risulterebbero vulnerate ipotizzando democrazie affievolite, depotenziate da tratti illiberali". E ancora: "Ci soccorre anche qui Bobbio quando ammonisce che non si può ricorrere a semplificazioni di sistema o a restrizioni di diritti 'in nome del dovere di governare'. Una democrazia 'della maggioranza' sarebbe, per definizione, una insanabile contraddizione, per la confusione tra strumenti di governo e tutela della effettiva condizione di diritti e di libertà".
Quindi, il richiamo alla nostra Carta costituzionale. "Al cuore della democrazia ci sono le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita, le espressioni civili, sociali, economiche che sono frutto della loro libertà, delle loro aspirazioni, della loro umanità: questo è il cardine della nostra Costituzione", ha ribadito il Capo dello Stato. Poi, alcuni passaggi in cui i riferimenti al presente sono proseguiti. "Oggi dobbiamo rivolgere sguardo e attenzione a quanto avviene attorno a noi, in un mondo sempre più raccolto e interconnesso. Accanto al riproporsi di tentazioni neo-colonialistiche e neo-imperialistiche, nuovi mutamenti geopolitici sono sospinti anche dai ritmi di crescita di Stati-continente in precedenza meno sviluppati, da tensioni territoriali, etniche, religiose che, non di rado sfociano in guerre drammatiche, da andamenti demografici e giganteschi flussi migratori", ha argomentato Mattarella a Trieste.
Il presidente ha quindi rilevato che "all'opposto della cooperazione fra eguali si presenta il ritorno alle sfere di influenza dei più forti o meglio armati, che si sta praticando e teorizzando, in sede internazionale, con la guerra, l'intimidazione, la prevaricazione e, in altri ambiti, di chi dispone di forza economica che supera la dimensione e le funzioni degli stati". Mattarella ha quindi messo in evidenza "la visione storica e la sagacia di Alcide De Gasperi con la scelta di libertà del Patto Atlantico compiuta dalla Repubblica nel 1949 e con il suo coraggioso apostolato europeo".
Dal Capo dello Stato, parole venate anche da una certa preoccupazione. "Nel cambiamento d'epoca che ci è dato di vivere avvertiamo tutta la difficoltà, e a volte persino un certo affanno, nel funzionamento delle democrazie", ha infatti considerato Mattarella.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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