Meloni accelera sul presidenzialismo. Pd e M5S sono già pronti a fare le barricate

Le opposizioni marciano divise sulle riforme costituzionali del governo. Dem e grillini uniti nel bocciare presidenzialismo e premierato. Il Terzo polo apre al dialogo con l'esecutivo

Meloni accelera sul presidenzialismo. Pd e M5S sono già pronti a fare le barricate

Ieri mattina è arrivata l’ufficialità da Palazzo Chigi. Giorgia Meloni apre il tavolo delle riforme e accelera l’iter per le riforme costituzionali. Convocati i leader dell’opposizione nella biblioteca del presidente di Montecitorio. La data segnata in rosso sull’agenda del premier è martedì prossimo. Oggetto del confronto: presidenzialismo e non solo. Dall’altra parte le opposizioni si dividono. Il Terzo Polo prova ad imbastire un dialogo con la maggioranza e spinge per il “sindaco d’Italia”. Partito democratico e Movimento 5stelle non hanno di certo lo spirito da bicamerale. Uniti nel bocciare presidenzialismo e premierato, i giallorossi escludono qualsiasi ipotesi di riforma.

Il tavolo sulle riforme

Il cantiere delle riforme è aperto. Il confronto con le opposizioni intende mettere dei paletti chiari su cui costruire una riforma ampia e unitaria. Sul tavolo dell’esecutivo le riforme costituzionali sono al primo posto e non da questa mattina. Si ragiona ovviamente sulla “madre di tutte le riforme”, il presidenzialismo, e sulle possibili sfumature.

Ma si discute anche di premierato, indicato dal Terzo Polo, legge elettorale e ritorno delle provincie. Insomma, le riforme costituzionali necessitano di un dialogo costante con le forze d’opposizione e il governo, per l’ennesima volta, non si tira indietro e anzi, prova a tendere la mano.

Pd e 5stelle bocciano il presidenzialismo

Un atteggiamento sicuramente positivo ma altrettanto inefficace. La risposta dell’opposizione è il solito refrain rosso ideologico. Nessuna apertura al dialogo, se non il minimo indispensabile, nessun confronto netto con la maggioranza e soprattutto nessuna proposta costruttiva per una riforma costituzionale ampia. Il niet che arriva da grillini e dem riassume perfettamente l’impostazione politica del campo “progressista”. No al presidenzialismo, no al premierato. “Andiamo a sentire cos’ha da dirci il governo”, l’unico commento della segreteria dem, Elly Schlein. Dello stesso avviso il Movimento grillino. Giuseppe Conte non ci sarà perché impegnato nelle stesse ore a Brescia, dove il giorno dopo sarà sentito dal Tribunale dei ministri per l’inchiesta Covid. Al suo post andranno i capigruppo penta stellati, Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri. Il mantra grillino è sempre lo stesso: non aprire a “stravolgimenti” della Costituzione.

E che il dialogo costruttivo non sia la prima necessità dell’opposizione lo si capisce dai giornali legittimamente ostili al governo Meloni. Sulle colonne di Repubblica, il commento di Gustavo Zagrebelsky, professore di diritto costituzionale, dà l’idea del clima pesante che si respira.“Il presidenzialismo – attacca il professore – esalta l’odio sociale che già divide il Paese. Una riforma costituzionale in questa direzione potrebbe alimentare un humus pericoloso”.

Il Terzo Polo apre al dialogo

Posizione diversa per il Terzo Polo. Carlo Calenda, incalzato da Repubblica, sembra più conciliante: “No al presidenzialismo, si al premierato”.

Lo stesso Matteo Renzi, leader di Italia Viva , si esprime così in merito: “La Presidente Meloni – scrive questa mattina sul suo profilo Twitter - ha convocato i vari partiti per conoscere le posizioni sulle riforme costituzionali. Italia Viva sostiene da sempre il sindaco d’Italia con l’elezione diretta del premier e del superamento del bicameralismo paritario. Lo diciamo da sempre, speriamo sia la volta buona”.

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