Meloni indagata, Cruciani fulmina le toghe: “Una vendetta dei magistrati"

Il giornalista di Radio 24 commenta la decisione della Procura di Roma. Poi il messaggio alla sinistra: "Pensate a vincere nelle urne"

Giuseppe Cruciani
Giuseppe Cruciani
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“Ragazzi c’è da ridere!”. Così Giuseppe Cruciani apre il suo editoriale durante l’ultima puntata della Zanzara. Il tono è ovviamente ironico. Ma l’oggetto del contendere è tutto tranne che goliardico. Il presidente del Consiglio ha appena annunciato, di aver ricevuto un avviso di garanzia dal procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione al caso Almasti, il comandante libico sul quale il Tribunale penale internazionale dell’Aia (Cpi) aveva spiccato in precedenza un mandato di cattura.

Il commento di Cruciani non si fa attendere. “Avviso di garanzia (che non vuol dire un ca**o) alla Meloni e compagnia cantante per aver rimandato in Libia un signore accusato di tortura!”, spiega il conduttore radiofonico. Un modo, se non altro, per ridimensionare il terremoto giudiziario paventato dalla sinistra. Dall’altra parte David Parenzo che, al contrario, cerca di dare un tono ancora più grave alla vicenda. “Mezzo governo è indagato. E ora il giornalismo della destra come lo difenderà?”, chiede con tono sarcastico il co-conduttore.

Ma Cruciani arriva dritto al punto: “È chiaramente una vendetta dei magistrati. Il procuratore è lo stesso del processo fallimentare a Salvini”. Qui Cruciani parla del procuratore Francesco Lo Voi. Ma non basta: “La denuncia arriva da uno che è stato in Parlamento con Antonio Di Pietro”. Il riferimento è all’esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti. Poi, a stretto giro, arriva la stoccata alla sinistra. “Pensate a vincere le elezioni nelle urne, non alla solita putt***ta dei magistrati”, evidenzia Cruciani. “Ecco il complotto”, risponde Parenzo.

Il quale, più o meno volontariamente, ignora quello potrebbe essere definito come un intervento a gamba tesa della Procura di Roma. Come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio, la notifica della Procura – inviata anche al ministro Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano – nasce da una denuncia che è stata presentata dall'avvocato Luigi Ligotti “ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi”. A preoccupare, inoltre, è il timing dell’avviso.

Non solo oggi era in programma in Parlamento la doppia informativa dei ministri Nordio e Piantedosi sul caso Almasri, ma, come se non bastasse, la notifica arriva a pochi giorni dal via libera della separazione delle carriere.

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