"In questa piazza parla il Paese reale, visto che stanno dicendo balle e irreggimentando tutto": Maurizio Landini è tornato. Sempre più attento alla politica che ai lavoratori, il segretario della Cgil ha preso la parola alla manifestazione 'Adesso basta!' organizzata insieme alla Uil a Roma e non sono mancate sparate significative: dagli scontri tra polizia e studenti all'aborto, passando per il presunto "regime" voluto dal premier Giorgia Meloni, c'è da divertirsi.
Nella sua filippica piuttosto ripetitiva, Landini ha esordito ponendo l'accento sul problema dei salari e sulla precarità, per poi soffermarsi sui diritti fondamentali della nostra Costituzione che non sarebbero garantiti, a partire dal diritto alla salute, alla sanità, all'istruzione e al lavoro sicuro. Insomma, il solito potpourri tra minacce di sciopero - l'unico strumento adoperato sin dall'insediamento del governo Meloni - e interventi da aspirante leader della sinistra.
Emblematico quanto affermato sui presunti tentativi dell'esecutivo di impedire le manifestazioni. Secondo Landini, il governo "vuole controllare ciò che si dice e che si fa": "Quando metti in discussione questo diritto, metti in discussione la democrazia. Il governo non vuole governare, ma comandare". Un j'accuse barboso, piatto. Manca solo la parola fascismo, stranamente: "Il governo vuole costruire un regime e noi siamo in piazza anche perchè stiamo difendendo la nostra democrazia, nata dalla resistenza e prevista dalla nostra Costituzione".
Come un classico comizio da campagna elettorale, Landini è passato da un tema all'altro senza alcun filo logico, se non la necessità di gettare fango sul governo. Dopo una battuta sui migranti - "dobbiamo cambiare la legge Bossi-Fini, non puoi tenere sotto ricatto queste persone che hanno bisogno di lavorare per vivere" - il sindacalista s'è soffermato sulle polemiche legate all'aborto e alla norma pro-vita inserita nel Pnrr:"Mi sembra che la destra voglia impedire alle donne di decidere sul loro corpo. Siamo di fronte ad una pericolosissima regressione. C'è questa idea del controllo, del comando: questi non governano perché governate significa mediare tra i diversi interessi e riconoscere i diversi bisogni. Qui c'è una logica di controllo".
Un attacco alla democrazia, ha aggiunto, ipotizzando chissà quale pericolo per la libertà.
Non poteva mancare la stroncatura dell'autonomia differenziata, bollata come follia pura: "Siamo radicalmente contrari a questa logica. Per noi bisogna applicare la Costituzione e rivoluzionare il nostro Paese cambiando e applicando i principi della Costituzione". Insomma, il solito disco rotto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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