"Fascismo mai ripudiato". Ecco il testo del monologo di Scurati: un attacco frontale alla Meloni

Il testo completo della lettera di Antonio Scurati è stato pubblicato da Benedetta Tobagi ed è un'accusa aperta a Giorgia Meloni con la solita retorica antifascista

"Fascismo mai ripudiato". Ecco il testo del monologo di Scurati: un attacco frontale alla Meloni
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Non si placano le polemiche delle opposizioni su Antonio Scurati e sulla sua presenza annullata dal programma di Serena Bortone, nonostante le spiegazioni della Rai e il nesso mancante con la censura. "Credo sia opportuno non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste", ha spiegato in una nota il direttore dell'Approfondimento, Rai Paolo Corsini. Ma ad alimentare le polemiche (strumentali) delle opposizioni sono state alimentata dalla giornalista Benedetta Tobagi che ha diffuso sulla propria pagina Facebook il testo integrale del monologo che lo scrittore avrebbe dovuto leggere negli studi di Chesarà, la trasmissione condotta da Serena Bortone su Rai3.

"Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole", è l'incipit della lettera che lo scrittore avrebbe dovuto leggere nel programma di Bortone. Dopo aver ripercorso, in maniera stringata, le parti salienti del delitto Matteotti, aver citato Sant'Anna di Stazzema e le Fosse Ardeatine, Scurati nella sua lettera attacca frontalmente il governo: "Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?".

Una domanda alla quale Scurati si dà anche una risposta: "Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via". Quindi, lo scrittore accusa Giorgia Meloni di aver evitato l'argomento in campagna elettorale e, prosegue, "quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista". A suo dire, il presidente del Consiglio "ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola 'antifascismo' in occasione del 25 aprile 2023)" .

E quella parola, "antifascismo", conclude Scurati, "che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana". In difesa, sempre, della libertà di parola che la Costituzione italiana garantisce a tutti, e accanto a questo principio fondamentale, è necessario praticare anche l'onestà intellettuale. In più occasioni, quando chiamata a farlo e di sua spontanea volontà, il presidente del Consiglio ha preso le distanze e condannato il fascismo. Ma gli intellettuali e i politici che ora stanno all'opposizione sembrano avere una memoria corta selettiva in tal senso.

E per quanto Giorgia Meloni e tutti gli esponenti dell'attuale centrodestra di governo possano condannare quanto fatto in quegli anni cupi, non sarà mai abbastanza. Ci saranno sempre gli antifascisti di professione pronti a puntare il dito per accusare qualcuno di essere fascista, perché senza l'invenzione di un nemico immaginario loro non esisterebbero.

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