Anni fa, grazie al manager di una mega azienda che ci diede un passaggio, volammo da Milano a Roma con un jet privato in un'oretta. E ci chiedemmo: «Ma a cosa serve l'autostrada?».
La domanda ci è venuta in mente ieri quando abbiamo sentito Elly Schlein una che come ogni vero progressista detesta il progresso, la Tav, il nucleare e le grandi opere la quale dopo aver preso il traghetto per attraversare lo Stretto di Messina si è chiesta: «Siamo arrivati in 20 minuti, a cosa serve il ponte?».
Ora, non staremo a fare i pignoli sul fatto che con il ponte, tra lo svincolo di Santa Trada e quello di Giostra, di minuti ce ne impiegherebbe meno della metà; e che con il traghetto, calcolando anche le manovre di disormeggio e attracco, i minuti in realtà diventano ore, e in estate mezze giornate. Ma in effetti la Segretaria ha le sue ragioni. A cosa serve il ponte? Con l'aliscafo fai anche prima. In barca a remi ci metti un po' di più ma arrivi lo stesso. Se invece c'è il mare mosso, non parti neanche. E a nuoto lo dimostrò Beppe Grillo se sei allenato ci metti tre quarti d'ora.
Noi non vogliamo prendere posizione sulla questione dello Stretto (anche se, in generale, nelle cose della vita, siamo sempre per meno Muri
e più Ponti). Vogliamo soltanto dire che i politici - si tratti di Matteo Salvini o di Elly Schlein, soprattutto quando fanno propaganda elettorale - è meglio che parlino solo di ciò che conoscono. Anche se, certo, non è molto.
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