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Migranti, l'allarme del Viminale: nei barconi scovati dei terroristi

La rivelazione di Piantedosi: "Segnalati nelle banche dati, li abbiamo espulsi". Poi il ministro assicura: "Sul giudice pro-migranti faremo ricorso"

Migranti, l'allarme del Viminale: nei barconi scovati dei terroristi
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Non se ne parla molto, di sicuro molto meno che in passato. Ma il pericolo resta. Che fenomeno migratorio va di pari passo col pericolo terrorismo lo dice la logica e ora lo conferma il ministero dell'Interno. Alcuni anni fa, su questo giornale, un richiedente asilo ammise candidamente che prima di salpare dalla Libia alcuni jihadisti cercarono di reclutarlo. Il tema non è più centrale: l’Isis appare ormai sconfitto, l’Afghanistan l’abbiamo lasciato al suo destino, gli attentati sono ormai ridotti. Eppure Matteo Piantedosi assicura che anche in queste settimane nel silenzio più totale diversi migranti “sospetti” sono stati scovati e rispediti al mittente.

Il rischio terrorismo

Lo ha spiegato ieri sera a Nicola Porro negli studi di Quarta Repubblica. “Tenga presente - ha detto il titolare del Viminale - che in questo periodo, anche se non lo abbiamo detto ai quattro venti, abbiamo intercettato persone segnalate nelle banche dati come interessati a fenomeni di radicalizzazione”. Gli agenti li hanno prelevati, identificati, estrapolati dalla gestione complessiva dei migranti e infine rispediti nei Paesi di provenienza grazie ad una procedura semplificata che riguarda le espulsioni per motivi di sicurezza nazionale. Una normativa già esistente, ma che nell’ultimo decreto è stata “allargata” anche ai casi di pericolo di incolumità pubblica.

Ricorso del governo

Proprio uno di quei "decreti migranti" messi in queste ore in discussione dalle sentenze del tribunale di Catania sui quattro tunisi trattenuti nel centro di Pozzallo. Piantedosi ha annunciato che il governo farà ricorso contro il provvedimento di Iolanda Apostolico che definisce “illegittimo” il trattenimento per la procedura accelerata alla frontiera. Il Viminale non condivide la lettura data alla norma sia sulla presunta contrarietà alle norme europee sia sulla presunta incostituzionalità. La Apostolico ieri chiedeva che la questione venisse considerata sotto l’aspetto “giudico e non personale”, e verrà accontentata.

Iolanda Apostolico e i post anti-Salvini

Ci sarà da attendere, ovviamente. Ma intanto restano le polemiche politiche. Meloni e Salvini sono “basiti” dalla sentenza, sinistra e Anm si schierano a difesa della giudice mentre molti si chiedono se sia corretto che un giudice, chiamato a decidere in materia di immigrazione, si esponga politicamente a favore degli sbarchi o contro il ministro Salvini. Piantedosi, che prima di diventare ministro è stato funzionario dello Stato, la fa semplice: chi occupa una posizione di rilievo pubblico, sia esso un generale dell’esercito, un prefetto o un magistrato, farebbe meglio a non rendere pubbliche le proprie convinzioni “soprattutto quando c’è una marcata avversione verso i governi di turno”.

La sfida alla Germania

Sullo scontro con la Germania, invece, Piantedosi getta acqua sul fuoco nella speranza di riuscire a portare avanti il dialogo già avviato sotto traccia con i tedeschi. Senza però negare l'evidenza. Il governo era infatti consapevole dei finanziamenti che da Berlino arrivano nelle casse delle Ong, ma non si aspettava che lo scontro arrivasse a questi livelli. Il Viminale è rimasto sorpreso da quanto successo la scorsa settimana al Consiglio degli affari interni dell’Ue quando Berlino ha portato all’ordine del giorno, non previsto, un emendamento che avrebbe significato “lo sdoganamento dell'attività delle Ong”.

E non parliamo solo nelle attività di ricerca e soccorso: la norma tedesca avrebbe "protetto" le Ong anche "qualora fossero in qualche modo coinvolte in attività di criminalità organizzata per il traffico di migranti”. E questo, ovviamente, “era indigeribile”.

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