Nessun cappone festeggia il Natale. La frase è stata anni fa attribuita a Giulio Tremonti, all’epoca ministro dell’Economia. Voleva indicare una forma di comprensione nei confronti dei suoi colleghi di governo che facevano resistenza di fronte ai tagli alla spesa che aveva previsto. Carlo Cottarelli è di parere contrario. Il commissario alla spending reviewin un articolo messo on line dal sito lavoce. info - annuncia che «la revisione della spesa sarà attuata dalle stesse pubbliche amministrazioni ». Ed argomenta: «Per due motivi ben chiari. Primo, le amministrazioni conoscono meglio di chiunque altro i punti di forza e di debolezza dei processi produttivi, sono loro che detengono le informazioni necessarie per analizzare i problemi e proporre interventi correttivi. Secondo, occorre responsabilizzare e motivare le pubbliche amministrazioni ».
Spiega che proprio il coinvolgimento delle singole amministrazioni ha prodotto risultati all’estero.A tal fine cita l’esempio canadese. E, per marcare la differenza rispetto ai predecessori, sottolinea «mi verrebbe da obiettare che l’approccio centralistico non mi sembra aver funzionato particolarmente bene nelle precedenti esperienze».
Nella sua precedente vita, Cottarelli è stato un alto funzionario del Fondo monetario internazionale.
Ha anche guidato le missioni del Fmi chiamate a verificare l’efficacia delle misure adottate dall’Italia per la riduzione del deficit e del debito. Dovrebbe ricordare, quindi, che una legge finanziaria di 10 anni fa puntava a realizzare esattamente quel che conta di fare oggi lui con il programma di spending review . Vale a dire, coinvolgere le diverse amministrazioni nei risparmi di spesa.
È evidente che se l’hanno«richiamato in servizio » quel programma non riuscì nel migliore dei modi; proprio per la resistenza delle diverse amministrazioni a ridurre le proprie spese.Eppure,all’epoca,al ministro di spesa veniva riconosciuta una specie di autonomia gestionale delle risorse a disposizione.
Ma Cottarelli conta di riuscire dove altri hanno mostrato limiti. E nell’articolo individua quale «motivazione forte» aver agganciato i risultati della spending review alla riduzione del cuneo fiscale. In altre parole, ogni euro che verrà recuperato con il programma di revisione della spesa finirà per ridurre il prelievo fiscale dalle buste paga. In tal modo - rileva il commissario - gli amministratori che non «si impegneranno a presentare proposte saranno considerati dalla pubblica opinione come responsabili della mancata riduzione del carico fiscale sul lavoro».
La legge di Stabilità prevede che, entro il 31 dicembre 2014, la spending review produrrà risparmi per 60 milioni di euro. Che diventeranno 700 nel 2015; mentre nei successivi dodici mesi raddoppieranno, ed arriveranno alla cifra di 1,4 miliardi. Vale a dire, nel 2016, i lavoratori otterranno un beneficio fiscale dalla revisione della spesa analogo (e, presumibilmente, aggiuntivo) a quello previsto nel 2014: 0,60 centesimi di euro al giorno in più per chi guadagna in busta paga fra i mille ed i 1.500 euro.
Cottarelli, che nell’articolo critica i «tagli lineari» alla spesa, rileva però che
«una volta terminata la fase di lavoro tecnico, tetti di spesa specifici potranno essere fissati per singoli centri di spesa». Ma i «tetti di spesa» non sono altro che i tagli lineari, visti da un’angolazione diversa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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