Mps, in arrivo i primi avvisi di garanzia. Grilli: "Patrimonio solido"

Si indaga su Baldassarri e Pontone e sulla percentuale fissa sugli acquisti di derivati rischiosi. Il ministro alle Camere: "Il caso Mps non inciderà sul sistema"

Mps, in arrivo i primi avvisi di garanzia. Grilli: "Patrimonio solido"

Dall'inchiesta della procura di Siena sul buco di bilancio di Monte dei Paschi di Siena emerge che i vertici della banca, l'ex presidente Giuseppe Mussari e l'ex responsabile dell'Area Finanza Gianluca Baldassari, nascosero agli azionisti le operazioni sui "derivati" tentate per risanare il debito emerso con l'acquisto di Antonveneta. Mussari e Baldassari sono perciò indagati per truffa. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione di altri responsabili tra cui l'ex direttore generale Antonio Vigni. Riferendo alle Commissioni riunite delle Camere il ministro dell'Economia Vittorio Grilli ha assicurato che il patrimonio della banca senese è "solido". Tuttavia, l'inchiesta si allarga a macchia d'olio: nel filone milanese sulla finanziaria svizzera Lutifin che riguarda anche un derivato comprato da Mps a Dresdner Antonio Rizzo, ex funzionario della banca d’affari tedesca, ha rivelato che Baldassarri e Matteo Pontone, responsabile della filiale di Londra di Mps, erano conosciuti come la "banda del 5%" dalla percentuale che prendevano su ogni operazione.

"La situazione è esplosiva e incandescente - ha commentato il procuratore di Siena Tito Salerno - stiamo parlano del terzo gruppo bancario italiano". Come riporta il Corriere della Sera, per cercare di ripianare il grosso buco dato dall'esborso per Antonveneta Mps avrebbe sottoscritto due contratti con Jp Morgan con condizioni capestro. I contratti, siglati da Baldassari, avallati da Mussari, furono tenuti in cassaforte per tre anni da Vigni. L'operazione sarebbe dovuta servire a colmare le perdite provocate dalla plusvalenza di Antonveneta, comprata dagli spagnoli del Santander a settembre 2007 per 6,3 miliardi di euro e rivenduta a Mps due mesi dopo per 9,3 miliardi di euro, più un miliardo di euro per gli oneri. L'accordo con Jp Morgan sarebbe stato presentato come un aumento di capitale ma, in realtà, e su questo la Procura sta indagando, sarebbe stato un vero e proprio prestito. Il contratto non solo sarebbe stato tenuto segreto agli azionisti, nonostante l'obbligo per legge di informarli, ma non sarebbe neppure stato registrato sui libri contabili. Non solo. Rizzo venne ascoltato come testimone il 13 ottobre 2008 dal pm Roberto Pellicano, titolare di un’inchiesta sulla finanziaria svizzera Lutifin e che riguarda anche un derivato comprato da parte di Monte dei Paschi di Siena alla banca tedesca.

Rizzoparla di un incontro avvenuto nel novembre 2007 tra lui e altri due funzionari della Dresdner durante il quale quello che si occupava della vendita dei prodotti finanziari strutturati "caldeggiava l’operazione di riacquisto di un pacchetto titoli strutturato da Mps Londra". "Faccio presente - si legge ancora nel verbale - che parlo di riacquisto in quanto lo stesso pacchetto era stato venduto da Dresdner a Mps Londra in precedenza. Nell’occasione si venne a sapere che Dresdner per l’operazione, avrebbe pagato una somma a titolo di intermediazione, a tale Lutifin di Lugano. Cutolo (uno dei due funzionari della Dresdner, ndr) rimase sorpreso e disse che era assurdo pagare per una intermediazione per un affare che Dresdner poteva tranquillamente fare da sola. Tale assurdità era accentuata dal fatto che in occasione della vendita da Dresdner a Mps era stato utilizzato altro intermediario diverso da Lutifin". Rizzo afferma poi che nel marzo del 2008 era andato a raccontare quanto accaduto con Mps all’organismo di controllo interno di Dresdner e "mi è stato comunicato che sarebbe stata aperta un’indagine". Qualche giorno dopo in una cena con Michele Cortese, l’uomo che si occupava della vendita di prodotti finanziari per Dresdner Bank-London Branch, quest’ultimo gli disse che "a suo avviso, ma il fatto sembrava notorio, Pontone e Baldassarri (il primo all’epoca responsabile della filiale di Londra di Mps e il secondo capo di Pontone, ndr) avevano percepito una commissione indebita dell’operazione per il tramite di Lutifin. Mi disse anche che i due erano conosciuti come la banda del 5% perchè su ogni operazione prendevano tale percentuale".

Riferendo alle Commissioni riunite delle Camere Grilli ha ricostruito una vigilanza "continua, attenta e appropriata" sull'attività dell'istituto da parte di Bankitalia, partendo da "un’attività ispettiva iniziata nel 2010 con governatore draghi ed è proseguita nel 2011, 2012 e ancora 2013 con governatore visco". L'intervento messo in campo dallo Stato sarà non tanto "un intervento di salvataggio di una banca insolvente", ma piuttosto un "rafforzamento del capitale secondo gli standard innalzati in sede Eba" di una banca "con un patrimonio ancora solido". L'azione statale non andrà "a favore dei manager o degli azionisti ma dei risparmiatori della banca". Si distingueranno "le responsabilità dei manager dalla vita del sistema bancario e del risparmio dei cittadini". E non si minimizzerà la "verifica della possibile esistenza di atti di gestione impropria o addirittura illeciti". Il ministro ha sottolineato che ieri la Banca d'Italia ha dato il via libera per il riscatto dei Tremonti bond, emessi dal Monte dei Paschi per un totale di 1,9 miliardi di euro. L'ok è fondamentale per l'emissione di 3,9 miliardi di Monti bond che - sottoscritti dal Tesoro - assorbiranno gli strumenti ibridi, con condizioni economiche "più svantaggiose" per la banca. L'intervento statale, con la conversione degli strumenti finanziari, porterà il ministero dell'Economia all'82% del capitale dell'Istituto.

L'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti non ha apprezzato l'intervento "in dissenso" di Gianfranco Conte, presidente della commissione Finanze. Intervento sull'ordine dei lavori nasce un battibecco con Pier Ferdinando Casini. "Dopo farò una conferenza stampa", dice Tremonti. Immediata la risposta del leader Udc, che chiede "un'eccezione per non destare uno scandalo perché lui non può parlare". Casini ha poi accusato l'ex ministro di voler fare campagna elettorale e non un discorso serio.

Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha chiesto, paragonando il caso Mps allo scandalo che "travolse la sinistra alla fine dell'800 con la Banca Romana", che si crei "una commissione di inchiesta per sapere quanti derivati hanno in pancia gli istituti italiani per capire anche se esiste un rischio di contagio".

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