Monti licenzia Lombardo: "La Sicilia rischia il crac"

La Regione Sicilia ha 5 miliardi di buco. Il premier minaccia il commissariamento e chiede a Lombardo di confermare le dimissioni entro la fine del mese. L'incontro è in programma martedì

Monti licenzia Lombardo: "La Sicilia rischia il crac"

Sfratto esecutivo. Raffaele Lombardo ha due settimane per fare le valigie e lasciare l'ufficio da governatore della Sicilia. Un buco da 5,3 miliardi e tre milioni residui in cassa. Quattro squadre di governo e altrettante maggioranze in un solo mandato, neanche completato. Lombardo è al capolinea, ma non vuol saperne di scendere. Ha annunciato l'addio a fine mese. Ma la situazione della Regione (soprattutto dei conti) è così preoccupante da sollecitare l'intervento del premier. Mario Monti con una lettera ha chiesto al governatore di «confermare l'intenzione di lasciare il 31 luglio». La motivazione è quella espressa anche dal vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello. Il pericolo default: «La Sicilia rischia di essere la Grecia del Paese».

Da Monti è arrivato un aut aut. Via entro fine mese dietro la minaccia di commissariamento della Regione autonoma: «Le soluzioni che potrebbero essere prospettate per un'azione da parte dell'esecutivo non possono non tener conto della situazione di governo regionale». Insomma, a casa. E in fretta. Lombardo, accerchiato, sarà a Palazzo Chigi dal Professore martedì. Per l'addio o per trattare le condizioni della resa, questo si vedrà. «Ho parlato al telefono con Monti - dice a sera - rassicurandolo del fatto che gli rassegnerò tutti gli elementi utili a dimostrare la sostenibilità della finanza regionale. E che gli parlerò anche della scelta di dimettermi».

Prima la replica formale è del vicepresidente e assessore alla Sanità, Massimo Russo: «Abbiamo un indebitamento, in un bilancio di 27 miliardi, di circa 5,4 miliardi. Ed è falso che la Regione continui ad assumere». Citando numeri su numeri: «Dai 18.713 dipendenti del 2009 si è passati ai 17.995 del 2011». Cioé 718 persone in meno, quasi il 4%. Solo che nel mentre in 717 sono stati trasferiti ad altri enti collegati. E a Palermo gli impiegati pubblici sono cinque volte quelli della Lombardia, per la metà degli abitanti. E Russo si concede anche una stoccata a Monti: «Sta crollando il Paese, il premier evoca tempi di guerra e si dedicano le prime pagine a una Sicilia da tagliare». Quella del premier «è una richiesta legittima, che avrà risposta». Eccola: «Se non si pagano gli stipendi c'è il rischio di una guerra civile. E noi non vogliamo la guerra civile. Specialmente se si tratta di crediti che la Sicilia avanza dal governo». I soldi per tappare la falla devono arrivare da Roma. Dopo che anche Bruxelles ha chiuso i rubinetti: 600 milioni di aiuti congelati per «gravi inadempienze».
Sul bilancio prova a rassicurare tutti l'assessore all'Economia, Gaetano Armao: «Non c'è alcun rischio default. Di recente il bilancio della Regione è stato parificato dalla Corte dei Conti e questa è la risposta migliore». L'accezione di parificato sfugge se la magistratura contabile il 29 giugno scriveva: «Siamo da diverso tempo in una situazione economica drammatica dagli esiti incertissimi e la Sicilia in questo frangente è come il manzoniano vaso di terracotta». E il procuratore generale Giovanni Coppola arrivava a chiedere un «accompagnamento» da parte dello Stato.

Ma Lombardo non fa una piega. Nonostante annunci e rassicurazioni, resta asserragliato Palazzo d'Orleans e di rinvio in rinvio continua con le infornate di nomine. L'assessore alla Cultura dimissionario è stato sostituito dal presidente di un'agenzia di formazione di Siracusa, Amleto Trigilio: resterà in carica 15 giorni. Poco di più per Accursio Gallo, avvocato nominato alla Formazione dal 27 giugno. Investitura negli ultimi giorni anche per quattro manager della sanità sparsi per la Sicilia: occuperanno quelle poltrone per i prossimi tre anni. Volti nuovi anche dentro l'amministrazione. Patrizia Monterosso, l'attuale capo di gabinetto del governatore, è stata incaricata segretario generale della Regione. Uno via l'altro.

Senza dimenticare il caso di Eugenio Trafficante, scelto come revisore dei conti della società partecipata dalla Regione E-servizi. Il nominato ha apprezzato l'idea, ma non ha potuto accettare. È in carcere, dove sta scontando una condanna per stalking. Ma la fabbrica delle assunzioni non si lascia fermare da questi dettagli.

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