"Un morto che cammina". La profezia di Bertinotti sul Pd

L'ex presidente della Camera senza pietà contro il partito dem: "I suoi componenti accettino la realtà e lo sciolgano". Poi la strigliata a Elly Schlein: "Cosa vuole costruire?"

"Un morto che cammina". La profezia di Bertinotti sul Pd

La prognosi più infausta sul Pd l'ha pronunciata il compagno Fausto. Bertinotti, ovviamente: uno che la sinistra ce l'ha nel dna da sempre. Chiamato a esprimersi sulle recenti vicissitudini dei dem, l'ex segretario di Rifondazione Comunista ha usato i toni ferali di chi ormai non vede non vede speranze per il moribondo partito dem. Nemmeno a fronte di quell'auspicato rinnovamento che i progressisti confidano di sperimentare con la successione a Enrico Letta. Secondo l'ex presidente della Camera, infatti, il Pd è ormai "un morto che cammina" e lo dimostrerebbero anche i tentativi i rianimazione messi in atto dai suoi esponenti.

Bertinotti fa a pezzi il Pd

Intervenendo stamani su La7, Bertinotti ha impartito l'estrema unzione ai dem proprio in riferimento alla corsa verso il congresso dal quale uscirà il nuovo segretario. "Questo balletto dei candidati nasconde il vuoto programmatico e politico. Anche questi tentativi mettono in luce, lo dico senza crudeltà, che il Pd è un morto che cammina", ha affermato l'ex parlamentare a L'Aria che tira. Altro che rinnovamento e rilancio in arrivo; allo stato attuale dei fatti, secondo Bertinotti l'unica strada percorribile per i dem sarebbe lo scioglimento del loro partito. "I suoi componenti accettino la realtà e lo sciolgano, liberando energie per la fase costituente. Prima si rompe col passato e poi si fa la costituente", ha affermato il politico.

Il giudizio su Elly Schlein

Poi la nota nostalgica, che certo non poteva mancare. "Posso scherzare su questa cosa seria? Nel Pci scherzando si diceva che se vuoi scegliere il segretario devi stare nel terreno che sta fra il Piemonte e la Sardegna, se vuoi scegliere il tesoriere vai in Emilia", ha aggiunto con un sorriso Bertinotti, probabilmente alludendo anche alla sfida per la segreteria Pd che vede in lizza - come principali competitor - Stefano Bonaccini e la sua ex vice, Elly Schlein. Proprio in riferimento a quest'ultima, l'ex presidente della Camera non si è trattenuto dal commentare in tono critico: "Quale politica vuole costruire? Verso quale meta vuole andare?". Al compempo, Bertinotti ha assolto Elly dalla definizione di radical chic: "L'etichetta è offensiva ed è un'arma di distrazione".

Le parole sul premier Meloni

Infine, invitato a parlare del premier, l'ex segretario di Rifondazione ha affarmato: "Meloni è stata vicepresidente della Camera quando io ero presidente e abbiamo contratto un rapporto di grande lealtà e di reciproco rispetto. Mi invitò alla festa di Atreju, e io ci andai in un confronto onesto.

La mia dotazione antifascista non viene meno per questo, così come la mia avversione radicalissima alla politica di questo governo di destra con pulsioni reazionarie. Ma questo non fa venire meno il rapporto di correttezza e rispetto reciproco".

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