"Nessuna legittimazione ai violenti". Il Viminale frena su Askatasuna

Piantedosi pretende chiarimenti sul progetto del Comune di Torino che "legalizza" il centro sociale. Fdi plaude e rilancia: "Chiederemo un referendum cittadino per annullare il provvedimento"

"Nessuna legittimazione ai violenti". Il Viminale frena su Askatasuna
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Il Viminale vuole vederci chiaro. In riferimento al progetto del Comune di Torino di riconoscere come "bene comune" il centro sociale Askatasuna, già al centro di perquisizioni e sequestri da parte delle autorità, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ora pretende di andare a fondo. "Ho chiesto elementi di approfondimento alla Prefettura di Torino", ha affermato l'esponente di governo durante il question time in Aula alla Camera. Al contempo, ha ribadito una netta presa di distanze dalle condotte della realtà torinese, nota per i modi spesso impetuosi (per usare un eufemismo) delle proprie manifestazioni.

L'iniziativa posta in essere - ha rimarcato Piantedosi - "non può e non deve costituire in alcun modo una sorta di legittimazione o addirittura di premio per l'operato di un centro sociale che si è distinto negli anni per l'esercizio della violenza piuttosto che per il dialogo e il confronto democratico orientato al bene comune". Le affermazioni chiarissime pronunciare dal capo del Viminale sono state accolte con soddisfazione dai poliziotti del sindacato Coisp, che già nelle scorse ore - assieme ai colleghi del sindacato Sap- avevano espresso contrarietà e disappunto per il progetto del Comune di Torino.

"Abbiamo apprezzato l'attenzione con cui il ministro Piantedosi ha affrontato la vicenda del centro sociale Askatasuna di Torino, predisponendo l'avvio di un approfondimento attraverso la Prefettura. È incredibile che il Comune di Torino voglia legittimare un manipolo di estremisti che si sono resi responsabili di numerosi reati che vanno dall'aggressione alle Forze di Polizia alle manifestazioni non autorizzate", ha affermato il segretario generale del Sindacato di Polizia Coisp, Domenico Pianese. E ancora, ha aggiunto: "La legalità non è un concetto opinabile, ecco perché dalle istituzioni ci aspettiamo sostegno al nostro lavoro e non il riconoscimento di chi fa del disordine e della minaccia sociale la propria ragion d'essere".

Sul fronte politico, la necessità di avviare approfondimenti sul caso Askatasuna è stata apprezzata in particolare da Fratelli d'Italia, che nelle scorse ore aveva alzato la voce per protestare contro la giunta torinese. "Grazie a FdI il caso Askatasuna diventa oggetto del question time alla Camera. Bene l'approfondimento avviato presso la prefettura di Torino comunicato in Aula dal ministro Piantedosi circa il tentativo del comune di Torino di legalizzare il centro sociale. Inaccettabile la violenza politica avallata dalle istituzioni", ha affermato la vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Augusta Montaruli.

Askatasuna - ha proseguito la parlamentare meloniana - "in più occasioni infatti è stata al centro di disordini e problemi di sicurezza e di ordine pubblico a Torino e fuori, come in Val Susa, senza mai una parola di pentimento o di scuse". Da qui, l'ulteriore mossa politica e l'affondo alla sinistra: "Fratelli d'Italia continuerà ad opporsi a questa delibera chiedendo un referendum cittadino per annullare questo provvedimento.

Appare oggi evidente quello che abbiamo sempre sospettato: nella sigla 'Autonomia Contropotere' sbandierata da questi finti ribelli non c'è mai stata alcuna autonomia. Sono sempre stati 'con il potere', quel potere che oggi consente questo scempio di delibera".

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