Debiti Pa, il governo fa marcia indietro: no all'aumento Irpef

Palazzo Chigi smentisce l'aumento dell'Irpef per pagare i debiti dello Stato con le imprese. Ministri ancora al lavoro per far quadrare i conti: rinviato il Cdm

L'intervento del presidente del Consiglio Mario Monti
L'intervento del presidente del Consiglio Mario Monti

Quello dei debiti dello Stato nei confronti delle imprese è una delle spine nel fianco del governo Monti. Ieri il decreto sembrava pronto, poi le polemiche sul possibile aumento dell'Irpef già da quest'anno per far quadrare i conti ha sollevato un polverone. Così il ministro Grilli ha dovuto fare marcia indietro, smentire che sia prevista una stangata e rinviare tutto a data da destinarsi ("entro lunedì", assicurano). Almeno finché non si troveranno altre fonti a cui attingere per versare i 40 miliardi previsti. "Il governo - ha commentato il segretario del Pdl, Angelino Alfano - dimostra così la legittimità del nostro sospetto e cioè che si volevano onorare i debiti caricandoli sui cittadini con l’ennesimo inasprimento della leva fiscale".

Eppure i tecnici non stanno fermi. Oggi il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ha presentato ben sette provvedimenti con "diversi livelli d'urgenza, tra cui il riparto dei fondi 2012 agli enti di ricerca, la riorganizzazione delle prefetture, alcune misure per le liberalizzazioni e per le manifestazioni abbinate alle lotterie. "Mentre le imprese falliscono e gli imprenditori si suicidano, mentre il 38% dei giovani è senza lavoro, mentre sempre più famiglie varcano la soglia della povertà, il governo pensa a come unificare le manifestazioni alle lotterie", denuncia Licia Ronzulli, europarlamentare Pdl, che punta il dito anche contro la sinistra: "Anche di questo dobbiamo ringraziare Bersani e la sua insistenza a non voler dar vita ad un governo responsabile con il Pdl che, nella pienezza delle sue funzioni, possa affrontare le vere emergenze del Paese. E così mentre la crisi si aggrava, a quel che rimane di un governo limitato e dimissionario non resta che occuparsi delle lotterie".

Intanto è stata smentita la possibilità che i debiti della pubblica amministrazione possano essere pagati con l'anticipo dell'aumento dell'Irpef regionale (maggiorazione che scatterà comunque dal 2014). Il testo del provvedimento, che consentirà il pagamento di 40 miliardi di euro tra il 2013 e il 2014, verrà discusso dal Consiglio dei ministri. La riunione era prevista questa mattina, poi è stata rimandata alle 19 e infine a data da destinarsi, come comunicato da Palazzo Chigi: "Il ministro dell’Economia e Finanze Vittorio Grilli, in accordo con il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, anche a seguito delle articolate risoluzioni approvate ieri da Camera e Senato, ha fatto presente al presidente del Consiglio l’opportunità di proseguire gli approfondimenti necessari per definire il testo del decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della Pa".

L'ipotesi di un aumento Irpef aveva raccolto critiche da più parti. "Al Pdl chiedo di votare contro qualsiasi provvedimento che preveda o anche solo adombri la possibilità di utilizzare la leva fiscale per consentire alla Pubblica amministrazione di onorare i debiti verso i fornitori", ha ribadito oggi Osvaldo Napoli (Pdl), "Deve essere chiaro che non si può ancora una volta trasformare gli amministratori locali in gabbelieri ’du roì chiedendo loro di accanirsi sui cittadini con aumenti delle addizionali Irpef".

Anche il responsabile economico Pd, Stefano Fassina, ha tuonato contro quella che definisce una "misura inaccettabile sia nel merito che nel metodo". Cauto, poi, Pier Luigi Bersani: "Bisogna vederlo, bisogna vederlo...", si è limitato a rispondere il segretario del Pd ai cronisti.

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