"Non siamo i cattivi che ci dipingete". Salvini lancia la candidatura di Vannacci

I due si incontrano insieme per la prima volta davanti a fotografi e telecamere in occasione della presentazione del libro del leader leghista a Roma: "Con la Lega in Ue, nessun soldato italiano o europeo andrà a combattere o morire fuori dai confini europei"

"Non siamo i cattivi che ci dipingete". Salvini lancia la candidatura di Vannacci
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Dopo l'annuncio pronunciato dallo stesso Matteo Salvini lo scorso 25 aprile in occasione della presentazione del suo nuovo libro, oggi la candidatura del Roberto Vannacci alle elezioni europee viene ufficialmente posta ai nastri di partenza con il primo incontro pubblico ravvicinato tra lo stesso leader della Lega e il generale. "Roberto si candida per andare a cambiare questa Europa, abbiamo un obiettivo comune", afferma il vicepresidente del Consiglio, il quale poi racconta i motivi per cui si è interfacciato Vannacci: "Non conoscevo il generale. Ci siamo conosciuti questa estate dopo l'accanimento mediatico contro di lui, e io sono contro la censura in ogni forma. Mi incuriosii e lessi, e ci conoscemmo". Il riferimento è al libro "Il mondo al contrario" del neo candidato del Carroccio per l'Ue, uscito in libreria nell'agosto 2023, e che molto scalpore fece tra giornali e televisioni.

Questo pomeriggio a Roma, al tempio di Adriano, ecco quindi il primo faccia a faccia davanti a fotografi e telecamere dei due, moderato dal direttore di Radio Libertà, Giovanni Sallusti, in occasione della presentazione dell'ultimo testo scritto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, intitolato "Controvento, l'Italia che non si arrende". "Oggi siamo nella stessa sala, una coppia luciferina per la sinistra", dice scherzando Salvini. Ma in fondo, aggiunge, "non siamo così cattivi come qualcuno ci dipinge. Abbiamo semplicemente dei valori: come identità, lavoro e difesa dei confini". Il progetto comune è presto detto: "Mi piace avere un generale per parlare di pace perché uno dei temi centrali del prossimo quinquennio in Europa saranno guerra o pace", sottolinea il segretario leghista.

"Chi sceglierà la Lega deve sapere che mai nel nostro nome un solo soldato italiano o europeo andrà a combattere o morire fuori dai confini europei". Un concetto ribadito più tardi condito con un attacco non troppo velato a Macron: "Noi per la prima volta abbiamo la possibilità di avere una maggioranza senza la sinistra, e chi vota Lega sa che mai un italiano andrà in guerra, come prospettato da qualche leader europeo". In questo senso lui si augura che, seppur su posizioni diverse, "nessuno nel centrodestra perda l’occasione di avere un centrodestra unito come in Italia, che nessuno preferisca Macron alla Le Pen".

Dal canto suo Vannacci ringrazia Salvini per la candidatura da indipendente con la Lega e promette di portare in alto i valori di "patria, confini, sicurezza e sovranità nazionale". L'Europa "ci sta offrendo un mondo che non riusciamo a riconoscere e di cui non ci sentiamo parte" e "stanno cercando di toglierci quei simboli identitari che danno la speranza di riconoscerci come cittadini europei", ha aggiunto. "I crocifissi, ad esempio, fanno parte della nostra vita e sono un segno identitario della nostra Europa", ma "questi segni sono stati diluiti quasi per dare l'immagine di un'Europa in cui tutti sono inclusi, ma" a cui "nessuno sente di appartenere", ha sottolineato. Anche perché "non c'è una antitesi tra sovranità nazionale ed europea".

L'ex comandante della Brigata paracadutisti "Folgore" non vede di buon occhio la soluzioni dell'esercito comune per organizzare la difesa europea: "Gli eserciti sono strumenti che servono per la minaccia dell'uso della forza o l'uso della forza. Il concetto di difesa europea pone molti interrogativi. Non si deve inquinare la difesa nazionale a beneficio di una difesa comunitaria - sostiene -. Chi sarebbe poi a decidere che in caso di guerra magari devono andare in prima linea i lituani o gli ungheresi, che alcuni Paesi danno la tecnologia e altri gli uomini?".

Infine, in riferimento all'immigrazione clandestina, "se si vuole garantire all'Europa un futuro fatto di benessere e di sviluppo andranno presi dei provvedimenti" nella consapevolezza che "le leggi non vengono mantenute per migliaia di anni".

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