La chiamano "manovrina", ma non dobbiamo lasciarci trarre in inganno perché è la solita, pesantissima stangata. Nel decreto per correggere il deficit, abbiamo a che fare con una infornata di nuovi balzelli, come se la pressione fiscale nel Belpaese non fosse già drammaticamente alta. Il governo Letta ha, infatti, lavorato sodo per andare a mettere mano agli ultimi risparmi degli italiani. Così, se da una parte stanzia 190 milioni per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale e incrementa di 20 milioni il fondo per l’accoglienza dei rifugiati minorenni (soldi sottratti alle vittime per mafia), dall'altra arriva un nuovo incremento per gli acconti di Irpef e Irap. Salta, all'ultimo momento, il maxi aumento immediato delle accise sui carburanti
Oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri è arrivata la "manovrina" con cui il governo ha corretto i conti pubblici per rientrare sotto il 3% nel rapporto tra deficit e prodotto interno lordo, decreto che era stato rinviato a causa della crisi di governo. Dopo un caotico pomeriggio segnato da pesanti indiscrezioni sul contenuto del decfreto, il ministro per i Rapporti col parlamento Dario Franceschini si è affrettato a smentire le voci dell'imminent stangata. "Oggi in Consiglio dei ministri - ha assicurato - non ci sarà nessun aumento". Linea subito confermata anche dal ministero dell’Economia. Eppure nella bozza di rincari ce ne erao, e tanti pure. Tra le coperture ventilate nella prima stesura del decreto, che destina 330 milioni di euro per rifinanziare la cassa integrazione in deroga e 35 milioni di euro per la social card, c'era anche l’incremento delle accise sui carburanti. Dalla data di entrata in vigore della manovra la benzina sarebbe, infatti, salire di 6,5 centesimi al litro, mentre l'aumento dal primo gennaio del 2014 e fino al 31 gennaio del 2015 avrebbe dovuto essere di 3,3 centesimi al litro. Un aggravio per i cittadini che avrebbe dovuto fruttare alle casse dello Stato un maggior gettito di 184,9 milioni di euro per il 2013, 906,6 milioni di euro per il 2014 e 31,6 milioni di euro per il 2015. All'ultimo momento, però, l'ennesima batosta sui carburanti è saltato.
Benzina a parte, la stangata resta. L'acconto sull’Ires passa, infatti, dal 101 al 103%. In base ai calcoli del Tesoro, per il 2013 il maggior gettito è di oltre 534 milioni di euro e di 28,4 milioni per le addizionali. In rialzo anche gli acconti Irap che dovrebbe comportare un maggior gettito di oltre 327 milioni di euro per il 2013. Stando ai calcoli della Cgia di Mestre, se fosse confermato un ulteriore aumento degli acconti, le aziende dovranno anticipare altri 890 milioni di euro. "Se a questo importo si aggiungono i 445 milioni di euro di aggravio, derivanti dal precedente aumento degli acconti Ires e Irap dal 100 al 101% disposto dal governo lo scorso giugno - spiega il segretario Giuseppe Bortolussi - nel 2013 le società di capitali anticiperanno al fisco complessivamente 1,33 miliardi di euro di maggiore acconto".
Nella "manovrina" al vaglio del governo ci sono anche provvedimenti positivi.
Arriva, infatti, un indennizzo per le imprese che hanno subito danneggiamento di materiali, attrezzature e beni "in conseguenza di delitti commessi al fine di impedire, turbare o rallentare la realizzazione di opere", come l'Alta Velocità Torino-Lione in Val Susa. Il tetto degli indennizzi è di 5 milioni e non prevede oneri a carico dello Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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