"Ora dovrà restituirmi la casa di Montecarlo"

Paolo Fabri: "Oddio, che goduria. Mia zia ora sarà al settimo cielo..."

«Oddio che goduria, che gior­nata memorabile. Ne sono certo: la prima a gioire della debacle di quello lì (Gianfranco Fini, ndr ) è la buonanima di mia zia. Erano due anni che da lassù attendeva, come tutti noi uomini di destra, questo momento. Fini a spasso, cacciato in malo modo dalla Ca­mera che presiedeva. Sono con­tentissimo ». Paolo Fabri, nipote e unico erede di Annamaria Colle­oni, la nobildonna che donò l’appartamento di Montecarlo ad Alleanza­nazionale e che poi finì miracolosamente nella disponibilità del cognatino Giancarlo Tullia­ni, non sta nella pelle.

Signor Fabri, la sentiamo par­ticolarmente emozionato.

«È vero,lo ammetto.C’è una fe­licità contagiante, esplosiva, me­rav­igliosa del popolo di centrode­stra alla notizia che quello lì ( sem­pre Fini, ndr ) non entrerà in Parla­mento. Doveva andarsene nel 2011 quando grazie al vostro splendido lavoro di inchiesta giornalistica l’avevate messo con le spalle al muro insieme alle sue menzogne sulla casa di Monte­carlo dove c’era andato a vivere il cognato e dove la compagna Eli­sabetta seguiva personalmente i lavori di ristrutturazione. Aveva promesso in tv a milioni di italia­ni che s­e veniva provato che la ca­sa era di Giancarlino avrebbe im­mediatamente tolto il disturbo. E invece è rimasto attaccato, col bo­stik, alla poltrona nonostante le innumerevoli prove schiaccian­ti, i contratti con le stesse identi­che firme tra locatore e locatario, le cucine scavolini, le off-shore ai Caraibi, le testimonianze di ope­rai e coinquilini, i passaporti dei fratelli Tulliani inviati a quel Co­rallo lì...».

Punito per aver tradito la «buona battaglia» cui faceva ri­ferimento nel testamento, sua zia, la contessa?

«Punito per aver tradito quel patto d’onore e per aver umiliato la destra italiana. Non poteva far­la franca in eterno. Alla prima oc­casione gli italiani lo hanno spedi­to a casa e hanno fatto giustizia della sua arroganza politica e da come ha trattato la vicenda del­l’immobile monegasco di mia zia. Dovrebbe riflettere, quel si­gnore lì (Fini, ndr ) e ammettere una volta per tutte le sue respon­sabilità ».

Per chi voterebbe oggi Anna­maria Colleoni?

«Bah.L’unica certezza è che da ex fascista, eppoi missina convin­ta, non voterebbe assolutamente Gianfranco Fini finito ad allearsi con gente tipo Casini e Monti che non escludeva un accordo con gli ex comunisti guidati da Bersani. Da lassù chissà quante gliene ha mandate a dire».

Notizie della casa monega­sca?

«Allora. La battaglia per torna­re in possesso dell’appartamen­to di mia zia è ancora aperta. E se prima non nutrivo particolari speranze, visto come la magistra­tura penale aveva “salvato“ Fini (indagandolo solo il giorno della richiesta di archiviazione, non in­terrogando mai nè lui nè il cogna­to nonostante avesse appurato come l’immobile valeva molto più del prezzo pagato) sono fidu­cioso nel processo civile».

E perchè?

«Le cose sono cambiate, Fini ora è un cittadino qualunque, dunque spero in un atteggiamen­to di v­era imparzialità della magi­stratura.

Se prima potevano es­serci delle “influenze“ non espli­citate o inconsce sui giudici ades­so sarà più semplice giudicare ciò che è sotto gli occhi di tutti, an­che degli elettori di Fli».

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