Guerra in Ucraina, Medio Oriente, gestione dei migranti, aiuti per l'agricoltura e prossime elezioni europee. Al termine del Consiglio europeo di Bruxelles tenuto ieri e oggi, Giorgia Meloni tiene il consueto punto stampa nel quale traccia un bilancio sulle molteplici decisioni assunte nell'ultima riunione dei capi di stato e di governo dell'Ue. Nelle conclusioni comuni il presidente del Consiglio conferma il sostegno al Paese governato da Zelenski grazie a "un accordo per ulteriori 5 miliardi sullo European Peace Facility". Sul tavolo rimane la necessità "di rafforzare le difese", ma con una sottolineatura: il nodo dei fondi.
"Sono favorevole a rafforzare l'industria della difesa, ma dobbiamo fare i conti con le risorse a disposizione", precisa. Tra le ipotesi, c'è anche quella che riguarda la Banca europea degli investimenti (Bei), che "trova molto consenso ma è un dibattito in divenire", ha aggiunto Meloni. Nel riferimento alle "crisi" in Europa non si parla di un imminente rischio di conflitto, bensì di un "elemento civile": "Un maggiore coordinamento su questo funziona e c'è un riferimento al militare perché in alcune nazioni la Protezione civile è un corpo militare", ha sostenuto la premier. Anche perché, con tutta probabilità c'è stata "un po' di confusione" su quello che era scritto nelle conclusioni e che poteva essere frainteso. "Non era un riferimento a 'prepariamo i cittadini perché siamo in guerra', ma alle crisi sul piano della protezione civile".
Meloni: "Nessun clima da escalation"
Meloni cerca di sdrammatizzare il dibattito sul "clima" che ci sarebbe stato all'interno del Consiglio Ue: "Non ho visto un clima in questo Consiglio Europeo diverso dai precedenti in tema di preoccupazione di eventuali escalation o 'mettiamoci l'elmetto in testa', o 'i cittadini sono in pericolo'". Fermo restando che, nel contesto di un conflitto, nessuno desidera affrontare una stagione con queste questioni "a cuor leggero, o non chiedendosi quale dovrà essere il passo successivo, anche ponendosi un tema di lungo termine". Resta il fatto che anche il nostro Paese "sta facendo quello che può e siamo molto convinti di quello che stiamo facendo", ha detto la premier. E quindi "costruire la pace nel rispetto delle regole", per quanto non sia facile per nessuno, "ma mi pare che ce la stiamo mettendo tutta".
Il bilaterale con Macron
Nel frattempo, a margine dei lavori del Consiglio europeo e il Vertice Euro a Bruxelles, c'è stato anche un incontro tête-à-tête tra la stessa Giorgia Meloni e il presidente francese, Emmanuel Macron. Lo riferiscono fonti italiane. Al centro del colloquio con il capo della Francia ci sono stati i principali temi dell'agenda internazionale, a partire dall'Ucraina alla luce del drammatico incremento degli attacchi russi contro la popolazione civile. Durante il faccia a faccia è stato confermato il valore fondamentale dell’unità e della determinazione dell'Unione europea, in coordinamento con i partner G7, nel sostegno alla resistenza ucraina contro l'aggressione russa e nel giungere a una pace giusta. I due leader hanno espresso particolare convergenza sulla dimensione esterna dalla migrazione, continuando sulla strada dei partenariati rafforzati con i Paesi di origine e transito, e sulla necessità di combattere con determinazione i trafficanti di esseri umani, come sottolineato anche dalle conclusioni del Consiglio europeo.
Il piano per l'Africa
Allo stesso tempo, detto che il Consiglio Ue ha adottato delle conclusioni comuni sul Medio Oriente - "Sono state oggetto di un lungo lavoro", dice - l'obiettivo italiano è anche quello di un'Italia che sia una "piattaforma in mezzo al Mediterraneo", un ponte tra continente europeo e quello africano. Per quest'ultimo territorio, il modello italiano è "una cooperazione che non è predatoria nè caritatevole". In sintesi, l'approccio è "crescere insieme, non aiuti ma investimenti". C'è inoltre piena soddisfazione sul come è stato affrontato il tema della lotta all'immigrazione illegale e ai trafficanti. Il Consiglio Europeo ha infatti salutato positivamente "l'iniziativa che ci ha visti in Egitto la settima scorsa e viene inserito nella conclusioni il riferimento all'alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani". Si disegna così un nuovo modello di cooperazione "con il Piano Mattei, e con il memorandum con la Tunisia e l'Egitto, per una collaborazione da pari a pari".
Le risorse all'agricoltura
Sull'agricoltura il capo dell'esecutivo italiano ricorda che i Ventisette erano partiti con un testo "che aveva già il nostro via libera con misure concrete, in tema di semplificazione delle politiche agricole e di comune lotta alla concorrenza". Per Palazzo Chigi è diventato poi importante il riferimento "alla proroga agli aiuti di Stato e questo riferimento è entrato nelle conclusioni grazie a nostro impulso, e lo considero un importantissimo passo avanti". Dopo le settimane che hanno visto nelle strade di tutta Europa le proteste dei trattori, Giorgia Meloni annuncia che nel prossimo Consiglio la Commissione europea dovrà rendere conto delle "ulteriori iniziative, ulteriori forme di sostegno per il comparto agricolo, che oggi è in estrema difficoltà in tutta Europa. È quindi un lavoro molto concreto che si deve soprattutto grazie al lavoro italiano", sottolinea.
"Noi primi in Ue su implementazione Pnrr"
C'è anche un ulteriore elemeno sul quale la Meloni si dice particolarmente orgogliosa in ambito comunitario: "Possiamo essere fieri del fatto che abbiamo il Pnrr e l'Unione europea dice che siamo i primi nell'implementazione del Piano". Tutto il lavoro che è stato svolto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza "non lo abbiamo fatto da soli", precisa la premier, "ma con l'aiuto di tutti i funzionari che hanno collaborato su temi che sinceramente non sono semplici. Questo è uno dei tanti traguardi di cui dobbiamo essere orgogliosi". L'Italia è diventata così la prima nazione europea ad aver presentato gli obiettivi della quinta rata: "In tutto questo abbiamo rivisto il Pnrr e abbiamo inserito il capitolo del Next Generation EU, liberando risorse importanti per dedicarle a numerose priorità".
L'adesione della Bosnia in Europa
Meloni ha definito "un altro grande passo in avanti" l'avvio dei negoziati per l'adesione della Bosnia-Erzegovina all'Ue. Un successo ottenuto "anche su impulso italiano, sul tema che altri definiscono 'allargamento' e che io chiamo 'riunificazione' dell'Europa", ha affermato il presidente del Consiglio in un punto stampa al termine dei lavori del Consiglio europeo a Bruxelles. Si trattava di un dibattito "abbastanza complesso quello circa l'inizio delle negoziazioni per l'accesso della Bosnia. Sarajevo grazie alle conclusioni di questo Consiglio europeo potrà cominciare questo percorso, e anche questo per noi è estremamente importante".
"Von der Leyen bis? A me interessa che Ue si vuole"
Durante la conferenza stampa di arriva poi agli argomenti più strettamente appartenenti alle prossime elezioni europee dell'8 e 9 giugno. I cronisti chiedono a Meloni se Ursula von der Leyen può essere ancora una buona candidata per la presidenza della Commissione Ue: "Questo è un tema che appassiona voi, il tema che appassiona me è per fare cosa - ha affermato il presidente del Consiglio -. Ci sono dei candidati, gli europei voteranno e dopo il voto si vedranno quali sono i pesi".
Ma con la von der Leyen o chiunque altro, quale potrebbe essere l'Europa di domani?, Da questo punto di vista la premier aggiunge che l'Ue dovrebbe essere "molto diversa da quella di oggi nel rapporto con la competitività, nell'approccio che deve essere molto meno ideologico, nella difesa dei confini, tutte cose che si stanno vedendo solo negli ultimi mesi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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