Ormai la "Toscana rossa" non esiste più. Lo scriviamo da alcuni anni ma gli ultimi risultati delle elezioni amministrative confermano, senza ombra di dubbio, la fine di una costante politica durata decenni e la conferma di un trend. I toscani, come nelle democrazie più evolute, non votano più per "ideologia" ma sulla base dei loro desideri/aspirazioni e voglia di cambiamento. Mandano a casa chi ha governato per anni, premiamo chi ha fatto opposizione e, nel caso questi abbiano lavorato bene, li confermano con un mandato successivo. Benvenuta normalità, potremmo dire, anche in Toscana.
Gli ultimi dati, le elezioni del maggio 2023, evidenziano che le vittorie del centrodestra in Toscana non sono meteore, ma si confermano dopo cinque anni. È avvenuto ad esempio a Pisa ma anche a Siena. A Pisa il sindaco uscente Michele Conti ha vinto con il 52,2% contro il 47,8% di Paolo Martinelli (centrosinistra). A Siena, negli ultimi anni governato dal centrodestra, il comune resta nelle stesse mani ma con un nuovo sindaco, Nicoletta Fabio, che al ballottaggio ha sconfitto il centrosinistra con il 52,16% contro il 47,84% di Anna Ferretti (centrosinistra). A Massa, infine, Francesco Persiani (Lega+FdI) ha vinto con il 54,36% contro il 45,64 del candidato dem Enzo Romolo Ricci.
Le prime crepe si ebbero alcuni anni fa, nel 2009, in quel di Prato, dove il centrodestra con Roberto Cenni strappò il Comune alla sinistra, per la prima volta dopo 63 anni. Cenni passò al ballottaggio col 50,9% contro il 49,1% di Massimo Silvano Carlesi (centrosinistra), che al primo turno era arrivato primo con il 47,5% contro il 45,1%. Fu il primo segnale forte che evidenziò che il cambiamento era possibile, anche in Toscana.
Cinque anni dopo, nel 2014, il M5S strappò Livorno alla sinistra con il sindaco Filippo Nogarin. Dopo il 19% del primo turno i pentastellati si imposero al ballottaggio con il 53,06, battendo Marco Ruggeri, il candidato sostenuto dal centrosinistra. Sempre nel 2014 ci fu l'importanza affermazione del centrodestra a Pistoia e del Movimento 5 stelle a Carrara (Massa Carrara). Nella storica città delle cave di marmo (e della tradizione anarchica) Francesco De Pasquale (M5s) ottenne oltre il 65%, lasciando il dem Andrea Zanetti al 35,5%. A Pistoia, invece, Samuele Bertinelli (Pd) pur partendo in vantaggio al primo turno, al ballottaggio si fermò al 45,7%, superato da Alessandro Tomasi (FdI) con il 54,3%.
Un capitolo a parte merita Susanna Ceccardi (Lega), che nel 2016 strappò alla sinistra una sua storica roccaforte, il comune di Cascina (Pisa), secondo come numero di abitanti (40mila circa) della provincia di Pisa. Ceccardi vinse al ballottaggio con il 50,29% contro il 49,71% del suo sfidante, il sindaco uscente Alessio Antonelli (Pd). la differenza tra i due fu di soli 101 voti. Al primo turno il centrodestra si era fermato al 28,40%, contro il 42,46% del centrosinistra. Fu una rimonta impressionante, con Ceccardi che passò da 5.486 preferenze a 8.897, mentre Antonelli face un passo in avanti davvero minuscolo, dai 8.203 del primo turno agli 8.796 del secondo turno. Fu, quella di Cascina, una vittoria simbolica perché dimostrò che anche la Lega avrebbe potuto ambire alla leadership in Toscana e che nulla, ormai, era impossibile.
Risultato storico altrettanto importante fu quello di Pisa con le elezioni del 2018. Al primo turno Michele Conti (centrodestra), ex esponente di Alleanza Nazionale poi passato in quota Lega, ottenne il 33,4%, tallonato da Andrea Serfogli (Pd), assessore al BIlancio della giunta uscente, con il 32,2%. Tra i due una differenza di appena 457 voti. Al ballottaggio finì con la vittoria di Conti con il 52,3% contro il 47,7% di Serfogli, e un distacco, in termini assoluti, di 1.811 voti.
Se a Livorno e a Carrara la sinistra è riuscita a riprendersi i Comuni, gettando acqua sulle fiammate dei Cinque stelle (peraltro ridimensionatosi anche a livello nazionale), in alcuni importanti comuni della Toscana il centrodestra è riuscito a confermarsi al potere, segno evidente dell'apprezzamento da parte degli elettori di quelle città. È successo a Pisa e a Siena, quest'anno, ma anche a Pistoia (Alessandro Tomasi riconfermato al primo turno, nel giugno 2022, con il 51,5%). Per non dire di Grosseto, da anni, ormai, roccaforte del centrodestra. Con Lucca, roccaforte tradizionalmente "bianca" tornata al centrodestra l'anno scorso con Mario Pardini dopo alcune legislature a guida dem, la sinistra toscana resta arroccata a Firenze e alla guida della Regione.
Ma l'aria del cambiamento è sempre più forte e quel fortino inespugnabile di colore rosso, ormai, è solo un antico ricordo. La Toscana, ormai, è una regione come tutte le altre. Gli elettori non si fanno problemi a votare per l'una o per l'altra parte politica. I totem del vecchio potere di sinistra sono stati definitivamente abbattuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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