Papa Francesco prostrato a terra su una croce di legno nel silenzio solenne della basilica di San Pietro. È il giorno della morte di Gesù e Jorge Mario Bergoglio prega stringendo la croce prima del rito che fa rivivere la passione di Cristo. Nel primo Venerdì santo del suo pontificato, il Papa segue la liturgia tradizionale: nel pomeriggio presiede la rievocazione delle ultime ore di Gesù e la sera la Via crucis al Colosseo. Tre diaconi hanno cantato in latino il lungo «Passio» di San Giovanni mentre Francesco, vestito con i paramenti rossi, ha ascoltato in piedi da una sede allestita a lato dell'altare della Confessione inginocchiandosi al momento della morte di Gesù. Nella meditazione il frate cappuccino Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, ha rilanciato la necessità per la Chiesa di ritornare alla semplicità delle origini e ha ricordato le parole con cui il crocifisso di San Damiano svelò a Francesco d'Assisi la sua vocazione: «Va' e ripara la mia casa».
Alla Via crucis le meditazioni sono invece state scritte da un gruppo di giovani libanesi guidati dal cardinale Béchara Boutros Raï, patriarca dei maroniti, e lette anche dall'attrice Lina Sastri. Il Papa segue le 14 tappe dal Colle Palatino. Non porta la croce, come non se ne sono caricati Benedetto XVI e Giovanni Paolo II negli ultimi anni: il compito è affidato a turno a due famiglie, una disabile, un barelliere dell'Unitalsi, due cinesi, due francescani dalla Terrasanta, due suore, due brasiliani e, nella stazione iniziale e finale, il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini.
È stato Benedetto XVI a scegliere il patriarca maronita dopo il viaggio in Libano. Una terra che conobbe tra le prime la predicazione dei discepoli di Gesù e che fu esempio di convivenza di diverse religioni, mentre oggi è martoriata da scontri e persecuzioni. Parole come giustizia, sofferenza, martirio sono echeggiate nelle meditazioni. «Molti sono i Pilato che tengono nelle mani le leve del potere e ne fanno uso al servizio dei più forti. Molti sono coloro che, deboli e vili davanti a queste correnti di potere, impegnano la loro autorità al servizio dell'ingiustizia e calpestano la dignità dell'uomo». I giovani libanesi hanno denunciato anche le «realtà che cercano di espellere Dio dalla vita dell'uomo, come il laicismo cieco o il fondamentalismo violento».
Sono stati ricordati i poveri, le famiglie separate, i senza dimora, i bimbi sfruttati, le donne discriminate, i giovani senza speranza, le vittime delle guerre; è stato rivendicato il diritto alla libertà religiosa e invocato lo Spirito Santo perché venga «a consolare e fortificare i cristiani, in particolare quelli del Medio Oriente» perché, pur «perseguitati e indeboliti dall'emigrazione», abbiano «il coraggio di restare nei loro Paesi per annunciare la Buona Novella». L'ultima invocazione è contro l'aborto e l'eutanasia.
Papa Francesco ha detto poche parole al termine della Via crucis. «Deve rimanere una sola parola: la croce di Cristo. A volte sembra che Dio non risponda e rimanga in silenzio: in realtà ha parlato, ha risposto e la sua risposta è la croce di Cristo, che è amore, misericordia, perdono. È anche giudizio - dice il Papa - Ma Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da lui ma da me stesso perché Dio non condanna ma solo ama e salva».
Bergoglio ha ricordato il viaggio di Benedetto XVI in Libano e sottolineato che «la convivenza tra cristiani e musulmani è segno di speranza. La parola della croce è la risposta dei cristiani al male che agisce in noi e attorno a noi. I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la croce come Gesù».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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