Passera e Clini in missione a Taranto per salvare l'azienda dai magistrati

Città blindata per la visita dei ministri Passera e Clini. Il ministro dello Sviluppo: "Evitare la chiusura". Paura in porto, nave turca perde nafta

L'Ilva di Taranto
L'Ilva di Taranto

Sarà una Taranto blindata, spaventata e ferita quella che oggi accoglierà i ministri Passera e Clini, inviati dal premier Monti ufficialmente per «riferire sul caso Ilva». Ma a lato degli incontri previsti con enti locali, vertici aziendali, Confindustria e sindacati Clini e Passera avranno anche il compito di cercare una sorta di mediazione con la Procura, dopo il provvedimento del gip Patrizia Todisco che impone lo stop alla produzione dello stabilimento e le seguenti, durissime polemiche, con i magistrati nel mirino. Da quanto si apprende non ci sarà invece la Guardasigilli Paola Severino, forse proprio per evitare ulteriori frizioni con le toghe.

E come se il caos che regna sulla città non fosse già abbastanza, ieri ci si è messo anche il caso. Una nave battente bandiera turca che trasportava rifiuti industriali dell'Ilva, ha sversato in mare, forse per un guasto, olio combustibile creando una chiazza di alcune decine di metri. Le operazioni di controllo e bonifica sono partite immediatamente con l'utilizzo di panne assorbenti. Aumenta così, se possibile, la tensione in vista di una giornata bollente su più fronti. Ma senza cortei. Se ieri i lavoratori dello stabilimento hanno nuovamente occupato le principali arterie stradali tarantine, per oggi il questore Enzo Mangini ha disposto il divieto di svolgimento di manifestazioni «sotto la prefettura e nelle relative adiacenze», istituendo una sorta di «zona rossa» che prevede anche il divieto di transito e sosta dei veicoli nei pressi del Palazzo del governo e nelle aree circostanti. Decisione che ha fatto infuriare i comitati che avevano indetto una contro-manifestazione pro magistratura e contro l'Ilva che esprimono «profonda indignazione e preoccupazione». Sarebbe stata una contro-manifestazione, perché l'obiettivo dei ministri in missione è chiaro e inequivocabile. «Il maggiore impegno è di evitare la chiusura senza ritorno dell'Ilva di Taranto», ha detto il ministro Corrado Passera. Il collega dell'Ambiente Corrado Clini invece ha spiegato che «la nuova autorizzazione integrata ambientale (Aia), assumerà come riferimento l'impiego delle migliori tecnologie indicate dalla Commissione Ue e le prescrizioni del Gip di Taranto per la sicurezza degli impianti senza pregiudizio per la continuità produttiva».

Intanto, parallela all'inchiesta per disastro ambientale, va avanti anche quella per corruzione in atti giudiziari, dall'eloquente nome di «Ambiente venduto».

Dalle intercettazioni telefoniche della Guardia di Finanza, emergerebbe che l'Ilva, attraverso il dirigente Girolamo Archinà (licenziato dal neo presidente Bruno Ferrante) pressava ispettori e rappresentanti di enti pubblici per ottenere il rilascio dell'Aia e cercare di ammorbidire i controlli ambientali, ridimensionando i dati sulle emissioni inquinanti.
Ombre fosche, là dove l'aria è pesante e il clima sempre più teso. Aspettando i ministri ed una missione forse non impossibile ma certamente decisiva.

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