Il Pd strappa la Sardegna Ma l'isola diserta le urne

Pigliaru nuovo governatore, giù il sipario sull'era Cappellacci. Flop Murgia: resterà fuori dal Consiglio

Il Pd strappa la Sardegna Ma l'isola diserta le urne

Il Pd del nuovo corso Renzi conquista la sua prima regione, eleggendo governatore, in Sardegna, Francesco Pigliaru, al 42,3% a spoglio quasi concluso. Il Pdl, o meglio il nuovo corso del centrodestra con Forza Italia, incassa la prima sconfitta non riconfermando il governatore uscente Ugo Cappellacci, fermo al 39,6%. Ma il vero vincitore nell'isola martoriata da mille problemi, dal Sulcis alla disoccupazione a, non ultima, l'alluvione del novembre scorso, è il voto, o meglio il non voto, di protesta. L'affluenza, infatti, è stata del 52,3 per cento, il dato più basso di sempre, meno 15% rispetto al 2009. In pratica, quasi un sardo su due ha scelto di non recarsi al seggio. Una bocciatura per tutti i candidati, a cominciare dal neo governatore che parte dimezzato essendo stato incoronato da metà degli elettori. E uno schiaffo anche per l'indipendente Michela Murgia che sperava di captare il malessere, complice anche la decisione dei grillini di non scendere in campo in questa competizione regionale, e che invece, col 10,3%, resterà fuori anche dal Consiglio regionale.

Esulta il Pd, che pur vincendo arretra, in percentuale, sia rispetto alle Politiche 2013 (meno 2,6%) sia rispetto alle Regionali di cinque anni fa (meno 1,9%). «Lo straordinario risultato di Francesco Pigliaru – commenta il portavoce della segreteria del partito, Lorenzo Guerini – è il segno di un cambiamento importante per l'isola e per il Paese. Non sfugge a nessuno il significato politico più generale di questa prova». Lo stesso Renzi cinguetta soddisfatto su Twitter, con l'hashtag #cominciamoildomani: «Ho appena telefonato a Pigliaru nuovo presidente della Regione Sardegna». Conferma Pigliaru, il vincitore, che poco dopo metà spoglio - le operazioni sono andate a passo di lumaca, scatenando l'ironia sui social network – è andato a festeggiare nel suo comitato elettorale accompagnato da moglie e figli: «Mi ha detto: “Grande, Francesco”. Matteo ci ha dato una mano importante, sarà bello governare in parallelo». Esulta anche, con Cuperlo, la minoranza Pd: «Grande soddisfazione per Pigliaru e il Pd. Certo, l'affluenza sempre più bassa è un problema». E Sel, alleato col Pd a fianco di Pigliaru, manda a dire al premier incaricato: «Con Sel si vince, ditelo a Renzi».

Dal vincitore allo sconfitto. Cappellacci ha telefonato al vincitore («è stato molto cortese», ha detto Pigliaru) per fargli i complimenti. E ha annunciato: «Faremo opposizione, abbiamo fatto il possibile in questa campagna elettorale, ma chi governa parte svantaggiato, la crisi è stata dura». La débâcle del governatore è stata netta, anche se Forza Italia nel complesso ha tenuto bene rispetto alle Politiche di un anno fa (meno 2,4%), tenuto conto che a febbraio del 2013 era ancora Pdl. Sicuramente ha pesato la candidatura con la lista Unidos dell'ex governatore Mauro Pili, eletto alla Camera un anno fa nel Pdl e poi passato al Misto. Pili, con il suo 5,9%, avrebbe potuto fare la differenza e tirare la volata a Cappellacci. Premiato dagli elettori lo spostamento verso il centrodestra dell'Udc, che, schierato con Cappellacci, registra un più 5% rispetto alle Politiche 2013.

Bocciatura netta invece per la Murgia, che ha conquistato un 10,3 % che non basta neppure per entrare in Consiglio. La scrittrice premio Campiello per Accabadora non c'è l'ha fatta nemmeno al suo paese, Cabras: si è fermata al 25,2%, stracciata dallo sconfitto Cappellacci (50,2%).

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