Giorgia Meloni impartisce un'altra seria lezione dialettica ai sindacati. Alla vigilia del Consiglio dei ministri che dovrà licenziare il nuovo decreto Lavoro, il presidente del Consiglio ha risposto a tono al leader della Cgil, Maurizio Landini, il quale nelle scorse ore aveva pesantemente criticato la scelta di avere convocato la riunione del governo a Palazzo Chigi proprio nella giornata della Festa dei Lavoratori. Il suo ragionamento è al limite del ridicolo. "Io considero un atto un po’ di arroganza e offesa - ha dichiarato Landini - convocare un Cdm il giorno della festa delle lavoratrici e dei lavoratori. Per pensare ai lavoratori hanno tempo 364 giorni l'anno, non capisco perché proprio il primo maggio dovrebbero fare un Consiglio dei ministri". Intervenendo al programma di Rai3 Le parole, condotto da Massimo Gramellini, il leader sindacale aveva poi toccato vette "memorabili": "Addirittura ho sentito la premier dire che loro lavorano mentre altri fanno festa, credo che questo sia un modo sbagliato di affrontare, riconoscere e rispettare quelli che lavorano e, giustamente, hanno il primo maggio come festa".
Davanti a queste parole strampalate, immediata e perentoria la replica del premier tramite una dichiarazione diffusa da Palazzo Chigi. Giorgia Meloni trova "incomprensibili le parole del segretario Landini sul Consiglio dei ministri convocato il primo maggio per varare provvedimenti sul lavoro. Io credo sia un bel segnale, invece, per chi come noi è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono". Basterebbe già questo per mettere a tacere Landini e tutti coloro che negli ultimi giorni hanno storto il naso davanti alla scelta della data da parte dell'esecutivo per emanare il decreto.
Tuttavia la Meloni ha voluto (giustamente) insistere sul punto e ha aggiunto: "Vorrei ricordare al segretario Landini che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell'ordine fino ai tecnici che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni. Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così e rispettiamo l'iniziativa della triplice, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro".
Il primo esponente politico a contestare incredibilmente il 1° maggio come giornata per convocare il Consiglio dei ministri era stato Nicola Fratoianni. Il leader di Sinistra Italiana aveva giustificato la propria contrarietà con questa incredibile motivazione: "Ora pure il Consiglio dei ministri il 1° Maggio, immagino per comprimere o distruggere altri diritti del lavoro. Più che un governo ed una maggioranza parlamentare, la destra del nostro Paese sembra una casa di produzione Tv intenta ad organizzare una controprogrammazione rispetto alla realtà e a quello che vivono quotidianamente i cittadini italiani".
Ecco, non solo la sinistra considera il 25 aprile e il 1° maggio una sua vetrina esclusiva, ma evidentemente non gradisce una misura che prevede il taglio del cuneo fiscale che porterà più soldi nelle buste paga dei professionisti con redditi medio-bassi. Ed è proprio un vero peccato per che ha sempre avuto talmente a cuore i diritti dei lavoratori tanto da avere fatto eleggere in Parlamento uno come Soumahoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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