Prelievi di sangue

La vicenda del prelievo forzoso sui conti correnti effettuato nel 1992

Prelievi di sangue
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I complotti migliori non sono quelli orditi nel buio, ma quelli che - dopo - sono rivelati alla luce del sole. Ma anche sulle pagine del Corriere della sera va bene.

Corriere che ieri ha pubblicato un'intervista ad Andrea Monorchio, detto «lo Sfascista», calabrese (terra d'uve e di briganti) ed oscuro economista se non fosse che, Ragioniere generale dello Stato, fu protagonista della più bella pagina di finanza creativa della Storia.

Era il 1992, anno mirabilis (firma del trattato di Maastricht, stragi di mafia, Mani pulite...). E in una notte, a giornali chiusi, di luglio, con gli italiani in vacanza, tra venerdì e sabato, quando le banche avrebbero riaperto solo il lunedì, il premier Giuliano Amato, per rimediare al dissesto pubblico, impose un prelievo forzoso del 6 sui conti correnti. Retroattivo. Legittimato con decreto d'urgenza. Ma non useremo l'espressione «colpo di Stato». Però «mezzo colpo di Stato», sì.

Comunque. Monorchio - che è ancora a piede libero - rivela che fecero tutto lui, il ministro Goria e Amato, da soli in uno stanzino, dopo aver mandato a casa gli altri ministri, senza dire nulla al Presidente della Repubblica e al governatore della Banca d'Italia. Ah. Amato usò anche uno scioglilingua per non far capire cosa succedeva e far passare il provvedimento.

Ma tutto, ovvio, fu

fatto per il bene degli italiani.

Non c'entra nulla. Ma ci è venuto in mente che a decidere della vita e della morte con il favore delle tenebre sono solo due tipi di animali. I politici e i vampiri. Che a volte coincidono.

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