Le università stanno vivendo una nuova stagione calda nel nostro Paese, che preoccupa per le modalità con le quali il tutto si sta sviluppando. La spinta dei movimenti pro-Palestina è sempre più forte in Italia, sostenuta dai collettivi ma anche da organizzazioni esterne, che sfruttano la situazione per raggiungere l'obiettivo della destabilizzazione della democrazia. Le occupazioni universitarie sono sempre più frequenti in ogni città, a Roma è stato occupato anche il rettorato de La Sapienza, con la richiesta comune di bloccare le cooperazioni con le università e i poli scientifici di Israele. A Genova, il rettore è stato spintonato.
A Torino, a seguito di un blitz, gli studenti sono riusciti a ottenere lo stop dell'iscrizione dell'università al bando Maeci e sperano di riuscire a ottenere lo stesso risultato anche nelle altre sedi di ateneo. "Bisogna essere pro Palestina e pro Israele ed essere assolutamente contro la leadership palestinese e quella politica israeliana. Sono quest'ultime il vero disastro", ha dichiarato il professor Massimo Cacciari ai microfoni dell'Adnkronos, sostenendo fermamente che ogni università debba essere un luogo di dialogo e di confronto aperto a tutti. Quanto alla cooperazione con gli atenei israeliani per progetti scientifici e industriali, Cacciari ritiene "assurdo bloccare i rapporti. Questo vale anche per la Russia. È chiaro che tutto cambia se si trattasse di collaborazioni in materia militare per cui l'Italia dovrebbe restarne fuori".
Ma il boicottaggio sembra essere l'unica risposta che gli studenti sono in grado di fornire in sede di discussione. Per altro, discussioni che non sono nemmeno contemplate da parte dei collettivi, la cui pretesa è quella di interrompere qualunque incontro che non sia da loro approvato e da loro sostenuto, con blitz che impediscono ai presenti di parlare. È accaduto a David Parenzo all'università La Sapienza di Roma così come a Maurizio Molinari all'università Federico II di Napoli. Sembra essere saltato qualunque canale di confronto con questa frangia di studenti, disposti ad ascoltare esclusivamente le voci a loro affini.
"Totale sostegno ai rettori Polimeni e Delfino. L'occupazione del rettorato de La Sapienza e l'aggressione al rettore dell'Università di Genova sono azioni squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica. Le Università non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni o compiere reati", è il commento di Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della ricerca.
"La violenza che alcuni collettivi stanno imponendo all'intera comunità accademica è intollerabile e vede come principali vittime proprio gli studenti. Condanno fermamente quanto sta accadendo e ringrazio le Forze dell'ordine per il loro sostegno", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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