Nell’impero di Nichi non tramontano mai gli sprechi. La Casta pugliese ha trovato il modo di accorciare le distanze e, allo stesso tempo, di allungarsi la lista dei privilegi. Nelle trasferte romane e nelle ospitate in tv il governatore Vendola predica sobrietà e austerità, due paroline in rima per lui che si diletta da poeta. Eppure tace sulle fresche determine dirigenziali che regalano ai consiglieri del suo regno tessere Viacard e Telepass per prendere l’autostrada quando gli pare ma soprattutto senza sborsare un euro. E pazienza se i rappresentanti brindisini e leccesi, ad esempio, per raggiungere l’assemblea di Bari al casello non dovrebbero nemmeno presentarsi, visto che l’autostrada non c’è: la A14 finisce a Taranto.
Bravi, benefit, bis. Ai settanta inquilini del parlamentino della Puglia non bastavano i pc portatili e gli iPad di ultima generazione (circa 60mila euro di spesa approvata solo lo scorso ottobre), le telefonate pagate e i parcheggi gratis. Adesso garantire a tutti loro pure il diritto alla «mobilità» (a due o tre corsie) costa ai contribuenti altri 100mila euro, 71mila dei quali destinati alla società Autostrade appunto per dotare di lasciapassare elettronico i politici al volante. Rassegnatevi cittadini, sono loro «la Puglia migliore», come recita uno degli slogan dell’era Vendola. Sette anni, finora, non certo all’insegna della parsimonia. Nonostante l’annunciata sforbiciata ai costi della politica, il governatore tra indennità e note spese continua a portarsi a casa 14mila e 595 euro al mese: il doppio dei colleghi Errani in Emilia-Romagna e Rossi in Toscana. Così come un esponente della sua giunta incassa 4.847 euro in più rispetto all’omologo di Bologna e 5.122 euro in più in confronto a un assessore di Firenze. Quanto ai consiglieri, 13.830 al mese sembrerebbero già una manna in tempi di loden e vacche magre. Però meno di un anno fa s’erano lasciati sfuggire per un soffio il termine massimo per presentare ricorso contro il taglio del 10 per cento ai trattamenti economici, imposto dalla Finanziaria 2006. Un bottino da 63mila euro a testa, 5 milioni in totale. Diversi consiglieri, con intesa miracolosamente bipartisan, avevano tentato la carta delle vie legali per vedersi restituito il «maltolto». Per fortuna, fu scampato pericolo.
Eppure persa una battaglia, ecco la rivincita. Mentre i presidenti di Senato e Camera ordinano il passaggio immediato al sistema contributivo per i vitalizi parlamentari, il consiglio regionale pugliese sulla carta si adegua ma rende la riforma effettiva soltanto dal 2015. Ovvero, affari dei futuri eletti. Oppure, a proposito di trasparenza, le dichiarazioni dei redditi di politici e manager delle società controllate in Puglia sono ferme al 2008. Figuriamoci se mettono online case, terreni e barche di proprietà.
Ciliegina sulla torta di questa abbuffata, oltre all’indennità di mandato e alla diaria, ciascun consigliere «merita» un rimborso di 884 euro per «mantenere il rapporto con gli elettori», naturalmente a scalare lungo la piramide del potere locale. Così diventano 2.075 euro per ogni membro della squadra vendoliana e 2.820 euro per il governatore in persona.
Ora, per impiegare a dovere il nuovo omaggio sottoforma di Telepass e Viacard, i fortunati eletti pugliesi per mantenere il «rapporto» con chi li ha votati dovrebbero andare a trovarli uno ad uno a domicilio. L’importante è che prendano l’autostrada.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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