Ieri pomeriggio il caso Ruby si è definitivamente sgonfiato. Quasi dodici anni di processi e altrettanti di attacchi mediatici hanno partorito un’unica sentenza. Silvio Berlusconi viene assolto dalle accuse di corruzione per cui la procura di Milano aveva chiesto per lui sei anni di carcere. Assolte anche le ventidue ragazze, compresa Kharima El Mahroug alias Ruby, accusate di “falsa testimonianza”. Una volta appresa la sentenza, certa stampa “progressista” non ci sta e se la prende con i giudici nonostante l’assoluzione dell'ex premier sia netta. Il teorema di alcuni quotidiani è a dir poco paradossale: le motivazioni della sentenza sarebbero dovute a un fantomatico "cavillo" giuridico.
Il Fatto Quotidiano all'attacco
Il primo ad indignarsi per l’assoluzione del Cavaliere è, per forza di cose, il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. La prosa amara del suo editoriale ne è la controprova. Il direttore commenta così le motivazioni della sentenza: “Il Codice Penale vieta all’imputato di pagare sia testimoni sia i coimputati che possono inguaiarlo. Ci sono montagne di prove che B. ha pagato 28 testimoni che potevano inguaiarlo dicendo la verità sul caso Ruby. E il Tribunale che fa? Lo assolve co tutte le testimoni prezzolate”.
Il quotidiano La Repubblica rincara la dose e scrive:“Un ostacolo giuridico insuperabile, un cavillo che azzera sei anni di processo e manda assolti tutti i ventinove imputati del processo Ruby ter”. A sentire i commenti di alcuni quotidiani, che si professano “progressisti”, si direbbe che l’assoluzione di Silvio Berlusconi sia stata "viziata" da un cavillo giuridico.
Le motivazioni dei giudici
Partendo dal presupposto che l’assoluzione del Cavaliere è chiara e netta, il teorema sulla debolezza delle motivazioni è solo l'ultimo assalto ideologico della sinistra manettara. Il ché dimostra quanto l'odio politico sovrasti la realtà giudiziaria della vicenda. Al contrario sarebbe invece utile attenersi alle motivazioni della sentenza. Il Tribunale di Milano è, infatti, rimasto saldamente coerente con la propria ordinanza del novembre 2021, quando ha dichiarato “inutilizzabili” i verbali che diciotto ragazze avevano firmato nei precedenti processi Ruby.
“La falsa testimonianza – scrive il presidente Fabio Roia – può essere commessa solo da chi legittimamente riveste la qualità di testimone. Se viene assunto come testimone un soggetto che non poteva rivestire tale qualità la possibilità di punirlo per dichiarazioni false è esplicitamente esclusa”. Insomma, tutt’altro che un “cavillo” giuridico. Interrogare come testimoni ragazze che erano da tempo indagate di fatto dalla Procura, senza avvocati, senza garanzie e senza diritto di tacere, è un errore procedurale grossolano.
La replica di Sisto
Dello stesso avviso il viceministro alla Giustizia, Paolo Sisto:“L’assoluzione di Berlusconi non riguarda un ‘cavillo’, si tratta di rispettare le garanzie”.
L’esponente di Forza Italia, ai microfoni di Radio Anch’io su Rai radio 1, smonta l'ultimo teorema della sinistra e aggiunge: “Se c’è un soggetto che è indagato deve essere ascoltato con le garanzie difensive, invece, viene sentito come testimone con l’obbligo di dire la verità e con tutte le conseguenze”.“Questo – conclude Sisto – rende inutilizzabile quelle dichiarazioni. Non è un cavillo ma è garanzia”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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