Quelle lacrime di coccodrillo per i clandestini morti di buonismo

Lo stato maggiore del centrosinistra ieri era in Calabria

Quelle lacrime di coccodrillo per i clandestini morti di buonismo
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Lo stato maggiore del centrosinistra ieri era in Calabria. Alla buon'ora, verrebbe da dire. La leader Pd Elly Schlein (nella foto), l'ex presidente della Camera Laura Boldrini e l'eurodeputato dem Pietro Bartolo hanno deposto un mazzo di fiori sulla spiaggia di Steccato di Cutro, in memoria delle vittime della tragedia dell'immigrazione e per i familiari, a loro dire «traditi da Giorgia Meloni, che non ha mantenuto la promessa di fare verità e giustizia». A un anno esatto dal naufragio del caicco partito dalla Turchia con 180 migranti, che cancellò metà di quelle anime ci sono delicatissime indagini in corso: sulla dinamica del naufragio, sul ruolo della Guardia Costiera e delle navi della Guardia di Finanza, per capire chi abbia sbagliato a non impedire che il mare in tempesta si inghiottisse il barchino. Ma anche sul perché la barca non si sia fermata in Grecia o in Puglia, ma proprio a Cutro. C'entra la 'ndrangheta? La cittadina è l'enclave di della cosca dei Grande Aracri, guarda caso la stessa che fa il bello e il cattivo tempo a Reggio Emilia, «la nuova capitale della mafia calabrese al Nord» secondo la felice definizione del procuratore capo reggiano Gaetano Calogero Paci, oscurata dai media come l'inquinamento mafioso dell'Emilia rossa. A chi oggi si batte il petto e piange lacrime di coccodrillo sui morti di Cutro bisognerebbe ricordare un pezzo importante della verità che la sinistra reclama: i 30mila morti del Mediterraneo sono vittime del buonismo che incoraggia l'immigrazione clandestina, di chi fa affari con gli scafisti, di chi lucra sul business dell'accoglienza, coop rosse e 'ndrangheta comprese.

Verità e giustizia passano anche da provvedimenti come il Piano Marshall per

l'Africa, l'accordo con l'Albania e il decreto Cutro, svuotato dalla solita giurisprudenza creativa. Mentre chi si balocca tra urne funerarie e urne elettorali fa spallucce sulla «sua» borghesia rossa che tresca coi boss.

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