"Questa non è democrazia, ribelliamoci". La sparata di Landini contro il governo

Il segretario della Cgil interpreta il risultato delle elezioni a discapito del centrodestra: "Non ha la maggioranza del Paese, non può fare ciò che vuole". Ma la sua narrazione è strampalata

"Questa non è democrazia, ribelliamoci". La sparata di Landini contro il governo
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Chi si aspettava una domenica tranquilla e senza grandi fulmini nel cielo della politica resterà deluso. A smentire le aspettative è stato Maurizio Landini, che ha deciso di animare la situazione ricorrendo a parole forti e dichiarazioni al veleno. Contro chi? Ovviamente nel mirino ha messo il governo. E questa non è una novità, visto che già in passato si è reso protagonistra di uscite di questo genere sempre all'indirizzo dell'esecutivo. Ma gli diamo atto di un fatto: le sue recenti dichiarazioni strappano un sorriso. Finalmente un po' di risate in allegria.

Il segretario della Cgil non è riuscito a trattenersi e ha sganciato una bordata dietro l'altra verso il governo. Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera ha sottolineato che è arrivato "il momento di dire basta" e di tracciare una linea che sappia invertire la rotta in quanto si prospetta "non solo una crisi economica ma anche democratica e di credibilità". Nello specifico ha bocciato il contenuto della delega fiscale e la decisione di tagliare il reddito di cittadinanza. A tal proposito ha denunciato che si tratta di interventi messi in campo escludendo dal confronto le organizzazioni sindacali confederali.

"Un'idea di Paese così non è accettabile, bisogna ribellarsi", ha tuonato. Invitando gli italiani a far sentire la propria voce. Nel frattempo la mobilitazione prosegue: la Cgil e il mondo dell'associazionismo saranno nuovamente in piazza a Roma il 7 ottobre per chiedere - tra le altre cose - di applicare la Costituzione, stop alla precarietà e salari più alti. E ha lanciato un chiaro avvertimento: se nella prossima legge di Bilancio non saranno presenti i cambiamenti richiesti allora la mobilitazione sarà generale.

Ma aspettate, non è finita qui: non privatevi della parte più succosa. È evidente che la narrazione di Landini non corrisponde al pensiero di una larga parte degli italiani: non a caso molti sondaggi danno il centrodestra in crescita a distanza di quasi un anno da quando Giorgia Meloni ha preso il timone del nostro Paese. E come ha replicato il segretario della Confederazione generale italiana del lavoro? Con una tesi bizzarra che non avrebbe bisogno di ulteriori commenti.

"No, i sondaggi dicono che quasi il 60% degli italiani non ha più alcuna fiducia nelle forze politiche", ha dichiarato. Pensate che questa sia la vetta più alta? Vi sbagliate. Il centrodestra ha vinto in maniera schiacciante le elezioni del 25 settembre 2022 annientando la sinistra, ma ecco che Landini ha fornito una sua interpretazione del responso uscito dalla urne: "Non ha la maggioranza del Paese, ha preso 12 milioni e mezzo di voti e ce ne sono 18 milioni che a votare non sono andati".

Indubbiamente il fattore astensionismo è importante e merita di non essere sottovalutato, ma non lo si può usare come strumento per ridimensionare una vittoria così larga. "Pensare che avendo vinto le elezioni uno può fare ciò che vuole senza alcuna mediazione sociale, non è democrazia", ha aggiunto. Il confronto con i sindacati è sicuramente importante, ma non si può ignorare il mandato popolare ricevuto dagli elettori che - va ricordato - è stato inequivocabile.

Il governo certamente non deve sottrarsi al dialogo con le organizzazioni sindacali confederali, ma deve continuare ad applicare il programma elettorale perché alle prossime elezioni politiche dovrà rendere conto del proprio operato agli elettori. Soprattutto quelli che lo scorso anno hanno sostenuto il centrodestra.

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