Regionali Abruzzo, Marsilio stravince: il centrodestra affossa il campo largo

Il vantaggio della coalizione del centrodestra è considerevole (circa sette punti) rispetto all'ammucchiata rappresentata da Luciano D'Amico: l'attuale governatore è nettamente confermato in Regione. Exploit di Forza Italia

Regionali Abruzzo, Marsilio stravince: il centrodestra affossa il campo largo
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Marco Marsilio viene nettamente riconfermato presidente della Regione Abruzzo. Il governatore uscente, sostenuto dal centrodestra unito, ha sconfitto il diretto avversario Luciano D’Amico, appoggiato da una larghissima (e inedita) coalizione di centrosinistra. Il risultato, pur non ancora definitivo, parla comunque piuttosto chiaro e senza dovere attendere l'ultima scheda elettorale da conteggiare: quando sono state scrutinate tutte le 1.634 sezioni complessive il vantaggio dell'esponente di Fratelli d'Italia veleggia costantemente sui circa sette punti percentuali di distacco: 53,5% contro il 46,5% ottenuto dal candidato sfidante. L'ammucchiata rossa resta a bocca asciutta: niente effetto Sardegna ed ennesimo ko in un'elezione regionale negli ultimi tre anni. Per la prima volta negli ultimi trent'anni in Abruzzo un presidente di regione svolgerà un secondo mandato.

"Avevo concluso il comizio di venerdì promettendo che all'una di notte, massimo alle due, li avremmo mandati a dormire con dieci punti di vantaggio. Qualcuno ci ha sottovalutato e ancora raccontava di un testa a testa che non è mai esistito, se non nei sogni di chi ha provato ha raccontare un altro Abruzzo". Queste sono state le parole a caldo pronunciato dallo stesso Marsilio una volta giunto nel suo quartier generale di Pescara. "Il popolo abruzzese ha scelto di confermi l'onore di guidare la Regione per altri cinque anni. Mai nei trent'anni precedenti una amministrazione uscente era stata riconfermata per un secondo mandato: è stata scritta una pagina di storia e abbattuto un altro muro". Il campo largo "non era il futuro dell'Abruzzo e non sarà neanche quello del Paese", sottolinea l'esponente di FdI. Perché "ha vinto la verità contro la menzogna e la calunnia. Hanno vinto i fatti contro le narrazioni fumose e le chiacchiere vuote". Per Marsilio questa "è la missione della mia vita: restituire alla terra dei miei padri la forza, la dignità, il ruolo che merita, per dare alla sua gente tenace e laboriosa e soprattutto ai suoi figli la speranza di un futuro migliore".

Urne chiuse e spoglio cominciato alle ore 23 in punto in tutte le 1.634 sezioni dell'Abruzzo per scoprire chi avrebbe vinto le elezioni regionali. La notte di passione nei comitati elettorali è stata tuttavia decisamente più breve del previsto per entrambi gli aspiranti a Palazzo Silone: non solo per il candidato di centrodestra unito, ma anche per quello del centrosinistra che vedeva per la prima volta a livello regionale al proprio interno insieme Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione e Italia Viva. Il risultato finale è stato fin dai primissimi minuti molto chiaro: quel testa a testa tanto profetizzato alla vigilia e che si sarebbe dovuto risolvere solo alla fine dello scrutinio (un po' come è successo in Sardegna due settimane fa) non si è per niente profilato. Questo perché i dati provvisori che sono giunti dai seggi abruzzesi hanno sempre dato Marsilio nettamente in testa rispetto al diretto contendente. Nel suo comitato elettorale sono poi partiti i festeggiamenti del presidente abruzzese, tra brindisi con spumante, bolle di sapone, abbracci e tanta commozione. "Se ho sentito Meloni? È andata a dormire tranquilla e felice", ha risposto Marsilio ai cronisti.

L'unico exit pool pubblicato su questa competizione aveva certificato questa ipotesi, dando un consistente vantaggio all'esponente sostenuto dalla coalizione di Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e i partiti centristi: quello fornito dal sondaggista Antonio Noto (copertura del 100%), in esclusiva per Rete8, dava infatti Marsilio nella forchetta 50,5-54,5%, mentre D'Amico è al 45,5-49,5%. Le successive proiezioni svolte sempre da Noto avevano rappresentato poi la conferma del vantaggio dell'esponente di Fratelli d'Italia oltre la parte superiore della forchetta: 54,5% contro il 45,5% dello sfidante. Per quanto riguarda poi le percentuali dei singoli partiti prese alle urne, si rivela clamoroso soprattutto il boom di Forza Italia, dato al 13,5% dopo il 9% preso nella scorsa elezione regionale in Abruzzo e l'11 delle ultime elezioni politiche. Molto bene Fratelli d'Italia, partito più votato che passa dal 6,5% del 2019 al 24% di oggi. La Lega si attesta all'8,5%: un lieve rialzo rispetto al 25 settembre 2022 (8,1%).

Sul fronte opposto invece si segnala il crollo del Movimento 5 Stelle, che precipita dal 19,7% delle Regionali del 2019 (passando per il 18,5% di un anno e mezzo fa) al 6,5% attuale. Il Partito Democratico sale al 20% (dopo il 16,6% alle Politiche del '22) ma perde nuovamente la possibilità di potere avere un proprio nuovo governatore regionale. Gli ultimi dem vincitori in una regione rimangono Eugenio Giani, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano nel settembre 2020. Nel frattempo, sono diventati definitivi anche i dati dell'affluenza ai seggi delle ore 23, che è calata di nove decimi di punto percentuale rispetto alla tornata del 2019. Secondo i dati pubblicati dal Viminale sul sito Eligendo, è stata al 52,2% degli aventi diritto al voto: un leggero ribasso rispetto alle scorse elezioni di cinque anni fa, quando l'afflusso era stato del 53,1% e comunque il dato più basso di sempre. 1.208.

276 di cittadini abruzzesi erano chiamati alle urne in 305 Comuni non solo per designare il presidente di Regione, ma anche per scegliere i 31 componenti del Consiglio regionale: 7 per ciascuna circoscrizione de L'Aquila, Teramo e Pescara e 8 per quella di Chieti, più l'ingresso di diritto del presidente eletto e del candidato alla carica di presidente che si piazza secondo.

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