"Regole assurde". Nel Pd scatta la resa dei conti

Il Pd si affaccia alle primarie sempre più spaccato. La bordata di Cuperlo ai compagni dem: "Logica del derby. In alcuni luoghi il partito è malato e respingente"

"Regole assurde". Nel Pd scatta la resa dei conti

La vera spina nel fianco del Partito democratico è il Partito democratico stesso. L'appuntamento delle primarie si avvicina e la fotografia con cui ci si presenta alla propria base è tutt'altro che edificante: da una parte i candidati Stefano Bonaccini ed Elly Schlein intensificano i botta e risposta a distanza giorno dopo giorno; dall'altra la guerra interna non si placa e anzi si accentua tra le varie correnti. Ecco perché c'è l'incubo affluenza: si teme una partecipazione flop al voto di domenica prossima.

Cuperlo attacca i compagni dem

In effetti gli elettori dem potrebbero essere assai scettici nel prendere parte alla consultazione interna, ormai stufi di assistere a una indecorosa e perenne lotta tra gli esponenti del Pd. Anche perché c'è chi ha criticato in maniera pubblica una serie di anomalie che hanno reso questo passaggio travagliato e lunare. Ad esempio Gianni Cuperlo non ci ha pensato due volte e ha sganciato più di una bordata ai protagonisti che si stanno prendendo la scena nel partito.

"Conoscevamo i favoriti e le regole assurde del congresso, ma in nome di quella coerenza abbiamo preferito esserci", ha rivendicato Cuperlo nell'intervista rilasciata a La Repubblica. A suo giudizio è opportuno non apparentarsi con nessuno dei candidati alla segreteria del Partito democratico, lasciando così a ciascuno la libertà di scegliere - senza indicazioni dall'alto - chi sostenere alle primarie.

Cuperlo ha fatto notare di aver scalato una montagna "con le infradito", in assenza di "potentati, presidenti di Regione, capicorrente ed ex ministri". Una stoccata rivolta in maniera implicita a Bonaccini e Schlein. Invece in via diretta è arrivata una stoccata all'indirizzo della gestione della fase che porterà al nuovo corso dem: "Non ci siamo piegati alla logica del derby prevista dallo statuto e abbiamo provato a spostare il congresso sulle idee".

Tra le altre cose Cuperlo non ha fatto mancare diverse punzecchiature all'attuale identità del Partito democratico: nello specifico ha denunciato di aver visto "in tanti luoghi un Pd sano", mentre altrove "malato e respingente". "Il punto è che senza mescolanza e libertà la democrazia in un partito si immiserisce sino a spegnersi. Il tema è il limite di primarie dove a prevalere è la competizione tra i candidati più che tra le idee in una sfida che crea personaggi prima che pensiero", ha aggiunto.

Nel Pd scatta la resa dei conti

Nelle ultime ore è circolata l'ipotesi di un ticket tra Bonaccini e Schlein in caso di vittoria del governatore dell'Emilia-Romagna. Ma è stata la stessa candidata alla segreteria del Partito democratico a respingere al mittente la possibilità di assumere un ruolo semplicemente di secondo piano rispetto al leader: "Non ha senso. È finito il tempo del partito patriarcale che vede sempre bene le donne nel ruolo di vice".

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per un possibile tonfo dell'affluenza alle primarie, che non stanno interessando neanche la base del Pd.

Come fatto notare da Paolo Bracalini su ilGiornale in edicola oggi, tra i motivi della scarsa capacità attrattiva vi è la sensazione che non sia una vera e propria sfida. In effetti si fatica a trovare le grandi differenze tra i candidati scesi in campo. Da qui il carente entusiasmo da parte degli elettori dem.

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