Era bastato un colloquio di poche ore a Palazzo Chigi per capire quale era la strategia di Matteo Renzi. Il sindaco ha assicurato il sostegno al governo Letta in cambio di un accordo di "non bellicosità" durante i lavori del Pd che potrebbero portarlo alla segreteria del partito.
Oggi Renzi scopre le carte in una lunga intervista a La Stampa, in cui rivela: "Gli ho detto che se diventassi segretario del Pd non mi chiederei ogni giorno cosa fare per danneggiare lui e Alfano. Il mio non sarà mai un partito con la matita rossa per fare le pulci al governo". E ha aggiunto: "Anche Letta ha capito che bisogna cambiare e sa che, con me segretario, il governo sarebbe più forte, non più debole".
Il "rottamatore" rinuncia a Palazzo Chigi? Certo che no: "Sono ambizioso, ma non smanio per andare al voto. Se Enrico durerà ancora dieci anni, farò dell’altro, allora avrò l’età che lui ha adesso". L'importante per Renzi è "ridisegnare" il Partito Democratico, con un "bipolarismo gentile e rispettoso". Ma soprattutto cambiando i protagonisti: "Veltroni aveva scritto il film giusto ma ha sbagliato a credere che potessero recitarlo gli attori che avevano trasformato le pellicole precedenti in un flop.
Nel mio Pd andranno avanti i più bravi non i più fedeli, dichiarerò guerra alla mediocrità". Che ne sarà quindi della compagine di dirigenti pronti a salire sul carro della vittoria? "Le critiche dei prevenuti e le lusinghe dei ruffiani non avranno il potere di cambiarmi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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