"È un dovere lavorare per toglierlo". Il piano di Salvini sul canone Rai

Una profonda revisione dell'organizzazione Rai, partendo dai maxicompensi, fino alle modifiche al canone: il piano di Salvini per il servizio pubblico

"È un dovere lavorare per toglierlo". Il piano di Salvini sul canone Rai

Il festival di Sanremo 2023 è stato archiviato, non senza il solito uso politico dello stesso e le conseguenti polemiche. Nulla di nuovo sotto il sole della Riviera, si potrebbe dire ora che è tutto finito e che restano solo i bilanci da fare. Eppure, l'edizione numero 73 ha lasciato qualche strascico in più, e questo è evidente, perché è stato superato una sorta di limite nell'utilizzo politico del mezzo televisivo pubblico, esagerando in quella propaganda subdola fatta attraverso l'avanspettacolo sanremese. Davanti a quanto visto, davanti a un Festival che non è certo stato per tutti, come ha detto in modo un po' velleitario Amadeus difendendosi dalle polemiche, è necessario fermarmi per fare delle riflessioni. Il primo a proporne una è il ministro Matteo Salvini.

Il vicepremier, ospite di Telelombardia all'indomani del voto delle regionali, che ha confermato l'egemonia del centrodestra in Lombardia e consegnato il Lazio alla coalizione di governo, ha proposto una riforma nella struttura e nella concezione del canone televisivo, ma anche una riflessione sui costi. "Ci sarà da fare una riflessione sul canone, su quello che costa la Rai, su certi superstipendi e sugli agenti esterni", ha spiegato Salvini, mettendo il focus su un'organizzazione interna della tv pubblica che da tempo crea malumori. Il segretario della Lega è convinto che "bisogna togliere il canone Rai dalla bolletta e lavorare per ridurlo, abbassarlo o, come in altri Paesi europei, per eliminarlo".

Una riforma di cui si parla ormai da tanto tempo che finora non si è riusciti a concretizzare ma sulla quale Salvini sembra credere molto. Lo sguardo del vicepremier va oltre i confini nazionali e guarda agli altri Paesi per tentare di migliorare il sistema televisivo pubblico italiano rendendo più efficiente. Un'impresa che finora è riuscita a pochi, visti i risultati e visto come viene ancora amministrata la Rai, che però ora il leader della Lega sembra intenzionato a condurre in porto. "Va ripensato profondamente il ruolo del servizio pubblico", ha detto il ministro e per farlo è importante osservare come funziona "in altri Paesi europei".

Nel suo intervento a Telelombardia, il vicepremier ha ripreso e condiviso quanto detto sul canone dal ministro dell'Economia e

delle finanze, Giancarlo Giorgetti, durante l'evento di chiusura della campagna elettorale del Lazio: "Dalla bolletta dovrà uscire e per l'anno prossimo bisognerà pensare a un altro strumento".

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