Rigassificatore, Fazio contrario (ma non sa dire il perché)

Rigassificatore, Fazio contrario (ma non sa dire il perché)
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Lascelta coreografica è stata di sicuro impatto.
Oltre 10mila persone radunatesi sulle spiagge da Savona a Spotorno, per una manifestazione durata 21 minuti come le lettere dell’alfabeto italiano: un richiamo a uno dei monumenti di Savona, quello ai Caduti, la cui campana ogni giorno alle 18 suona 21 rintocchi per ricordare le vittime di tutte le guerre. Con un motivo financo nobile, se osservato dal punto di vista degli organizzatori: impedire che dal 2026 il rigassificatore che oggi è ormeggiato a Piombino venga spostato a 4 km dalla costa di Vado e a 2,9 da quella di Savona. È uno dei risvolti più complicati della guerra in Ucraina e della necessità di affrancarsi dal gas russo.
Mescolata tra le migliaia di persone, ce n’era una più «importante» delle altre: Fabio Fazio. Che ha fatto del «not in my back yard» una religione. Il rigassificatore serve, ma non nel mio giardino. O nel mio mare, in questo caso. Altre soluzioni, però, non è dato sapere. È lo stesso conduttore ad ammetterlo candidamente: «Temo per gli effetti sull’ecologia? Non ho le competenze tecniche per dirlo. Il rigassificatore è inconciliabile con il turismo balneare? Non lo so». Una certezza però Fazio pare averla: «Il mar Tirreno o l’Adriatico sono posti più idonei». L’importante è che sia lontano dal mio sguardo: occhio non vede, cuore non duole ma gas brucia.

A Fazio ha però risposto il governatore della Liguria Toti: «Tutto verrà fatto in piena sicurezza e sull’impianto vigileranno il ministero dell’Ambiente e 53 enti». Sempre che a qualcuno non venga in mente di spostarlo in Val d’Aosta...

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