In 30.000 hanno sfilato per le strade di Roma per gridare 'Scegliamo la Vita’, titolo della manifestazione con cui gli organizzatori antiabortisti promuovono la cultura della tutela della vita.Il corteo, partito da piazza della Repubblica, ha visto la partecipazione di numerose famiglie, coppie e genitori che hanno deciso di raccontare le loro esperienze di vita. Carola ha ricordato il suo aborto e la sua paura di sentirsi “una fallita” e, a distanza di 25 anni, accusa:“Lo Stato fu proprio il mandante, perché nessuno mi ha ascoltato, non ho fatto nessun colloquio con la psicologa o con gli assistenti sociali, nemmeno con il medico". Francesco, disabile dalla nascita e abbandonato in fasce, ha parlato della sua famiglia adottiva: "Posso dire di essere la testimonianza di cosa succede a dire sì alla Vita, oggi sono qui e posso parlare e testimoniare. Dirò un segreto - ha spiegato ai presenti - non dovete farcela da soli! La frase più bella che ascolterete e che potrete mai dire a qualcuno è ‘io sono qui per te’".
Stefano e Teresa, una giovane coppia con un bambino, Giacomo di 14 mesi, e in attesa di una figlia femmina, hanno deciso di ampliare la loro famiglia nonostante le molte difficoltà economiche a cui sarebbero andati incontro. "Sappiamo che non sarà facile - hanno detto - ma un figlio non può ridursi a una voce in più o in meno nel bilancio familiare e grazie a Dio esistono molte associazioni che aiutano le mamme e le famiglie, anche materialmente". E tutto ciò "è bellissimo - ha spiegato Teresa -nonostante chi rema contro, come un'infermiera che una volta mi ha detto: 'Adesso basta figli, devi lavorare e realizzarti come donna!'". Nel corso della manifestazione è stato letto il messaggio di saluto di Papa Francesco che ha esortato i presenti ad “andare avanti con coraggio nella difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale” sulla quale “non si fanno compromessi”. L’evento si è concluso con la testimonianza dell'influencer Arturo Mariani, fondatore dell'Asd Roma Calcio Amputati e con il concerto della rock band 'The Sun'.
Massimo Gandolfini, uno dei due portavoce dell'evento, dal palco della manifestazione in via dei Fori Imperiali dove si è conclusa la marcia, ha detto: "Il Paese reale non vuole la continua sponsorizzazione dell'aborto né la morte di Stato con eutanasia e suicidio assistito o la liberalizzazione delle droghe o dell'utero in affitto” e, perciò, l’attivista pro-life ha chiesto alla politica maggiori risorse per la natalità, per la lotta alle droghe, per i disabili e per contrastare l'utero in affitto e il suicidio assistito. Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus e tra i promotori della Manifestazione Nazionale per la Vita, ha ribadito: "La vita umana inizia nel momento del concepimento e la legge deve riconoscere la personalità giuridica e i diritti umani fondamentali del concepito. Nessuna società sarà mai veramente giusta, inclusiva ed egualitaria senza il rispetto del diritto universale a nascere”. Coghe ha, poi, espresso il suo apprezzamento per “il cambio di rotta politico confermato anche dalle Elezioni Europee e dalla polemica sul riferimento all’aborto nel documento finale del G7, ma – ha aggiunto - la drammaticità della situazione impone di passare adesso molto più concretamente all’azione, mettendo a bilancio tutti i miliardi che servono per l’elettroshock demografico di cui l’Italia ha bisogno per non morire”. Anche Maria Rachele Ruiu, portavoce di "Scegliamo la Vita", parlando del G7, si è detta "spaventata da come i potenti della terra abbiano deciso di occuparsi della promozione dell'aborto".
Maurizio Gasparri, capogruppo degli azzurri in Senato, sui suoi social ha scritto: "Ho partecipato alla 'Marcia per la Vità promossa da Massimo Gandolfini e da tante associazioni, perché scelgo la vita. Difendere la vita è un dovere per tutti. Esiste un primo, importante, assoluto diritto: il diritto alla vita. Primo tra tutti i diritti!". Le parole di Roberta Mori, portavoce nazionale della Conferenza delle Donne Democratiche, sono di tenore completamente diverso: “Il problema non è certo una manifestazione cosiddetta per la vita del tutto legittima come lo è la libertà di pensiero ed espressione costituzionalmente garantite".
Il vero problema, secondo l'esponente dem, è la legge che consente alle associazioni antiabortiste di accedere ai consultori e "il tentativo costante della destra di imporre ostacoli alle scelte delle donne sul proprio corpo senza alcun rispetto della loro dignità, del diritto vigente e del pluralismo democratico”.
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