Roma si ribella all'occupazione del teatro Valle

Intellettuali e artisti si mobilitano dopo l'appello lanciato da Sylos Labini: firma la petizione

Roma si ribella all'occupazione del teatro Valle

Alla fine sono tre anni. È dal giugno del 2011 che il Teatro Valle di Roma, di proprietà del Comune, è occupato. Come fosse la gestione pubblica della struttura è cosa nota: le perdite economiche pesantissime. Ma quali sono stati i risultati degli anni di occupazione? Una minoranza di cittadini si è insediata illegalmente in un teatro che apparteneva alla collettività. Ha sbarrato le porte persino alla Guardia di finanza. Fatto danno anche agli altri teatri cittadini dal momento che - non pagando tasse, bollette e Siae - opera in regime di concorrenza sleale. Questo senza contare l'occupazione illegale di un bene demaniale sottoposto a vincoli storico-monumentali. Insomma, quella del «valleokkupato» è una battaglia fatta con metodi pessimi. E su cui ormai ci sono dei punti fermi che ne sanciscono l'illegalità. A febbraio il Prefetto ha detto no: nessun riconoscimento giuridico alla Fondazione «Teatro Valle bene comune». La richiesta avanzata dagli «okkupanti» di trasformare il teatro in una Fondazione - e legalizzarne così l'indebita appropriazione - è stata bocciata. Fine della faccenda? Nemmeno per sogno. Quel palcoscenico è ancora tenuto in ostaggio. E chissà sino a quando l'occupazione continuerà. Con la protezione, interessata, di un bel pezzo dell'intellighenzia di sinistra. Perché se da un lato ci sono artisti politicizzati che si sono schierati senza se e senza ma dalla parte degli occupanti, dall'altra l'amministrazione comunale di Ignazio Marino è come minimo attendista, se non connivente.

Ora si stanno invece mobilitando una serie di intellettuali che si sono raccolti attorno all'appello lanciato pochi giorni fa da Edoardo Sylos Labini, direttore de Ilgiornaleoff e responsabile del dipartimento Cultura di Forza Italia. Il cuore di questo appello? «Come cittadini, prima che come artisti e operatori culturali, manifestiamo il profondo stato di malessere e disagio per le vicende legate all'occupazione del Teatro Valle, e per la mancanza assoluta di risposte da parte del sindaco di Roma e del ministro dei Beni culturali, Franceschini, agli appelli pubblici, alle interrogazioni parlamentari, alle denunce degli organi di informazione. Il Teatro Valle va immediatamente sgomberato e riconsegnato alla cittadinanza italiana e agli artisti, ripristinando i principi costituzionali e valori inderogabili di legalità». Tra i moltissimi firmatari: Salvatore Aricò, Franco Branciaroli, Leopoldo Mastelloni, Paolo Isotta, Paolo Guzzanti, Fulvio Abbate, Giordano Bruno Guerri, Daniele Pecci, Francesco Baccini, Ulderico de Laurentiis, Luca Barbareschi, Lando Buzzanca e Carla Fracci.

Come spiega Edoardo Sylos Labini: «Questa è una battaglia per liberare la cultura dalla politica. Voglio portare una voce artistica in campo politico, per restituire quel teatro a chi fa teatro. C'è un potere “intellettuale” che trasforma tutto in militanza, il Valle è un simbolo di questo sistema. Lì non si fa arte, si fa politica e si fa illegalità.

E per fortuna anche alcuni ex occupanti si sono resi conto di quanto sia degenerata la situazione e hanno firmato l'appello. Se non finisce l'occupazione vogliamo le dimissioni di Marino e Franceschini. Il mondo del teatro è stufo di essere preso in giro».

Firma la petizione su ilGiornaleOFF

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