Ruby Ter, Berlusconi indagato

L'ultima offensiva della Procura di Milano contro Silvio Berlusconi è partita ufficialmente. Il Cavaliere indagato per corruzione in atti giudiziari

Ruby Ter, Berlusconi indagato

L'ultima offensiva della Procura di Milano contro Silvio Berlusconi è partita ufficialmente pochi minuti fa, con l'annuncio da parte del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati dell'apertura dell'inchiesta che va già sotto il nome di "Ruby ter". E' il nuovo passaggio della tempesta giudiziaria scatenata dallla scoperta dei rapporti tra il Cavaliere e Kharima el Mahroug alias "Ruby Rubacuori". La condanna a sette anni di carcere per concussione e utilizzo della prostituzione minorile era solo il primo passaggio. Adesso i pm milanesi si preparano a mettere sotto accusa l'ex presidente del Consiglio per i fatti successivi all'esplosione dello scandalo, quando avrebbe avviato una complessa e costosa operazione per cavarsi di impaccio, organizzando versioni di comodo da parte di decine di testimoni. Una consistente parte di questi, le cosiddette Olgettine, e la stessa Ruby sarebbero state pagate - secondo le tesi dell'accusa - per dire il falso in aula.

L'apertura della nuova indagine era solo questione di tempo, dopo che nelle motivazioni delle loro sentenze sia i giudici del processo a Berlusconi sia quelli del cosiddetto "Ruby 2" a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti avevano trasmesso alla procura gli atti perché si procedesse a carico di Berlusconi, dei suoi legali Niccolò Ghedini e Piero Longo e di una quarantina di testimoni a difesa. L'annuncio ufficiale dell'apertura dell'inchiesta era previsto per martedì scorso, poi è slittato per alcuni adempimenti ma anche - verosimilmente - per non arrivare troppo a ridosso della svolta politica avvenuta con l'accordo tra Berlusconi e Matteo Renzi sulle riforme elettorali e costituzionali. Ma questa breve dilazione poco cambia sulla sostanza delle cose: lo stesso Berlusconi che l'accordo con Renzi ha riportato alla ribalta della vita politica ora viene riportato alla ribalta della cronaca giudiziaria dalla iniziativa dei pm milanesi. La politica non potrà non esserne condizionata.
Bruti non comunica ufficialmente né i nomi degli indagati né i reati contestati. Ma il testo delle motivazioni delle sentenze dei processi già conclusi non lascia spazio a grandi dubbi. Per i testimoni che sono accusati semplicemente di avere mentito, per sudditanza psicologica o legami di affetti e lavoro verso il Cavaliere, su quanto accadeva nelle serate di Arcore, descrivendo gli incontri come <cene normalissime>, la Procura procede per falsa testimonianza. Ben più pesante la situazione per chi, come Ruby e le ragazze, viene accusato di avere mentito a pagamento. Qui l'accusa dovrebbe essere di favoreggiamento o di corruzione in atti giudiziari. E l'accusa di corruzione di testimoni viene sicuramente contestata a Berlusconi e ai suoi legali. Nel mirino dei pm c'è sia la convocazione di Ruby da parte di Luca Giuliante, legale di Lele Mora, che sarebbe stata finalizzata a scoprire per conto di Berlusconi cosa la ragazza avesse dichiarato nel corso dei numerosi incontri con i pm milanesi; sia, soprattutto, la convocazione ad Arcore, dopo le perquisizioni avvenute nel gennaio 2011, di tutte le Olgettine. Una riunione che secondo le tesi dei giudici doveva servire proprio a garantire alle ragazze il sostegno economico in cambio di una verità addomesticata.

In procura a ritardare l'apertura del fascicolo è stato anche il dissidio interno su chi dovesse condurre la nuova indagine. Due procuratori aggiunti - il capo della direzione antimafia Ilda Boccassini e il capo del pool reati sessuali Piero Forno - si consideravano entrambi i titolari naturali del nuovo capitolo di inchiesta a carico del Cavaliere (anche se oggi Bruti afferma che è stata la stessa Boccassini a fargli sapere di avere altri impegni). Alla fine ha prevalso Forno, e il fascicolo è stato assegnato al pm Luca Gaglio, del suo pool.

E questo potrebbe essere letto come un segnale distensivo, finalizzato a spersonalizzare lo scontro che da anni oppone Berlusconi alla Boccassini, e a scongiurare la eventualità di una richiesta di arresto del leader di Forza Italia che avrebbe effetti ancora più tempestosi sullo scenario politico.

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