L'avviso di garanzia all'improvviso, poi anni e anni di tormento conditi da una valanga di intercettazioni. Ma ora per Stefano Esposito è finito quello che con il passare dei mesi è diventato un vero e proprio incubo giudiziario: 2.589 giorni d'inferno, al termine dei quali è arrivata l'archiviazione nell'ambito della vicenda Bigliettopoli. L'ex senatore del Partito democratico ha fatto notare che i reati ipotizzati - corruzione, turbativa d'asta e traffico di influenze - "erano del tutto infondati". Sul caso si è espresso duramente anche Matteo Salvini, che non ha usato giri di parole ed è andato dritto al punto per chiedere un intervento netto contro una certa magistratura che se la prende con gli innocenti.
Il vicepresidente del Consiglio, rilanciando sui social la notizia dell'archiviazione di Esposito, ha espresso "totale solidarietà" all'ex parlamentare del Pd perché nessuno sarà in grado di restituirgli gli anni di vita "trascorsi nel tritacarne". Salvini ha ripercorso brevemente l'iter che ha colpito l'ex senatore dem: "2.589 giorni di inchiesta, nessun interrogatorio, zero rinvii a giudizio". E ha scritto nero su bianco che l'inchiesta della Procura di Torino "è stata demolita in modo imbarazzante". Ora l'incubo è finito, ma storie del genere devono essere benzina per accelerare e far sì che scenari di questo tipo non si verifichino più.
"È nostro dovere intervenire per cambiare una giustizia avvelenata da alcuni giudici incapaci e in malafede", ha tuonato il segretario della Lega. Anche Enrico Costa, deputato di Forza Italia, ha fatto sentire la propria voce e ha messo l'accento su un punto: Esposito è stato massacrato sui media e infangato politicamente. "Ma chi l'ha tenuto sulla graticola per anni non rischia niente. E il Pd comicamente si rallegra che la giustizia abbia funzionato", ha fatto notare l'azzurro. Il quale, tenendo a mente che "lo Stato ha pagato dal 1992 a oggi 874 milioni di euro per risarcire ingiuste detenzioni", con un emendamento ha chiesto che gli atti vengano trasmessi alla Corte dei Conti per eventuale danno erariale a carico di chi ha sbagliato.
La vicenda surreale ha segnato non solo la vita privata, ma inevitabilmente anche la carriera politica di Esposito.
Il tutto con un atteggiamento imbarazzante del Partito democratico che lo ha scaricato, scomparendo per anni e testimoniando che le tracce del garantismo siano ormai finite nel nulla a sinistra. È difficile considerare una vittoria l'epilogo della situazione: le cicatrici che porta non potranno mai essere cancellate. La verità è stata ristabilita, sì, ma il prezzo che ha pagato è stato altissimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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