Scajola sarà interrogato venerdì

L'ex ministro sarà sentito anche su rapporti con Gemayel. E Alfano apre un'inchiesta sulla scorta

Scajola sarà interrogato venerdì

Nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di Claudio Scajola ci sono nuovi indagati. Venerdì prossimo l’ex ministro sarà interrogato nel carcere di Regina Coeli. La Dda, intanto, ha presentato appello al tribunale del Riesame contro l’esclusione dell’aggravante mafiosa nei confronti degli arrestati per il favoreggiamento della latitanza di Amedeo Matacena.

Sulla lettera che gli investigatori attribuiscono all’ex presidente libanese Amin Gemayel, trovata nell’archivio di Scajola, c’è un appunto scritto a mano dell’ex ministro. La lettera, che fa parte delle tante carte raccolte in oltre cento faldoni sequestrate a Scajola e che potrebbero contenere anche atti coperti da segreto di Stato, riguarda il trasferimento da Dubai al Libano di Matacena. L'appunto sarà contestato dai magistrati durante l’interrogatorio di venerdì prossimo anche se, per un esame completo delle carte sequestrate, bisognerà aspettare diversi mesi vista la mole impressionante del materiale. "Ho trovato Scajola sereno, compatibilmente alla situazione - ha riferito l’avvocato Elisabetta Busuito, uno dei difensori dell'ex ministro - ha chiarito i punti che abbiamo affrontato nel colloquio di stamattina ed è fiducioso di poter spiegare tutto anche ai magistrati".

Nella richiesta al gip la Dda di Reggio Calabria spiega che Scajola era consapevole di "forzare regole e norme" per favorire Matacena. "Basta porre attenzione - si legge nell’ordinanza di custodia cautelare - allo sforzo dello Scajola di incollare conoscenze, di sollecitare impegni, di stimolare conoscenze altolocate, mettendosi in gioco per ottenere permessi ed autorizzazioni con la consapevolezza di forzare regole e norme". Nel frattempo il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha fatto sapere che il dipartimento di Pubblica sicurezza ha disposto un’analisi sull’uso della scorta di Scajola.

"Al di là dell’avere o non avere la scorta - ha sottolineato Alfano - perché è una decisione tipica degli organismi tecnici territoriali, non una decisione a monte, il punto è l’uso che se ne è fatto".

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