L’offensiva della sinistra è partita. L’opposizione si raccoglie attorno a due sigle: Partito democratico da una parte, Cgil dall’altra. E prepara una mobilitazione generale. Il nuovo “autunno militante” di Elly Schlein va di pari passo con la mobilitazione nazionale convocata dal sindacato rosso targato Maurizio Landini. La battaglia parlamentare, teatro di scontro politico per eccellenza, viene sostituita dall’offensiva “di piazza”, dalla protesta ideologica e dallo sciopero generale.
L'offensiva Cgil
L’asse Landini-Schlein si solidifica nella giornata di ieri. Gli interventi a distanza tra i due leader dell’opposizione sono sovrapponibili sia nel merito sia nel metodo. Il primo a lanciarsi nella solita propaganda anti-governativa è il numero uno della Cgil. Il piano del sindacato rosso è preciso: sciopero generale contro il governo e referendum contro il Jobs Act. La piazza già convocata dalla Cgil per il 7 ottobre a Roma sarà un primo passo verso lo sciopero generale:“Non siamo d’accordo con il governo sulla manovra – conferma Landini alla festa del Fatto Quotidiano – e pensiamo che dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti necessari”.
Tradotto: sciopero generale in vista. Con una grande novità rispetto al passato: la manovra di bilancio, che ancora non esiste nero su bianco, prima di essere letta va contestata a priori. La campagna ideologica di Landini e soci prevede anche un referendum anti-Jobs Act. Il segretario, confermando una volta per tutte questa ipotesi, ha spiegato che si “sta discutendo dell’iter all’interno della Cgil” per formulare correttamente i quesiti. Il motivo è presto detto: “Visto che la politica non modifica le leggi – sentenzia Landini – bisogna chiedere ai cittadini di intervenire per farle cambiare”.
La mobilitazione di Schlein
Lo stesso refrain viene scandito, a distanza, dalla segretaria dem. La mobilitazione nazionale è già dietro l’angolo. L’intervento di Elly Schlein dal palco della festa nazionale dell’Unità di Ravenna è un mix di livore ideologico e propaganda stanca. "Dopo l'estate militante – ha annunciato Schlein - non ci riposeremo, ci attende un autunno di impegni e partecipazione, il Pd è pronto a scendere in piazza per una grande mobilitazione nazionale, è il nostro tempo, riprendiamoci il nostro futuro".
Riprendendo le parole di Silvio Berlusconi si potrebbe dire che, a distanza di una decina di anni, rimangono“oggi come sempre dei poveri comunisti”. La forma mentis, questo è difficile da negare, è sicuramente rimasta la stessa.
Al dialogo democratico tra avversari politici preferiscono la mobilitazione di piazza “a priori”. Al dibattito parlamentare trasparente preferiscono lo sciopero generale come clava anti-governativa. Dopo dieci anni nulla è cambiato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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