Dalle parti del Nazareno, sede ufficiale del Partito democratico, arriva l’ennesima giravolta politica. L’appoggio di Elly Schlein alla nuova strategia targata Cgil, il referendum contro il Jobs Act e altre norme “precarizzanti”, certifica l’assenza di una linea politica netta e coerente. Con una piccola novità negativa: inseguire a priori il movimentismo di Landini e soci significa gettare il bambino con l’acqua sporca. Fuor di metafora, Elly Schlein, oltre a volere cancellare le parti più efficienti della norma, si dimentica completamente delle tradizioni riformiste del suo partito. A svelare questo facile inganno è, ovviamente, il padre nobile del Jobs Act. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, smaschera l’asse Schlein-Landini in pochi e semplici passaggi.
Renzi smaschera il Pd
“Il Pd – spiega Renzi nel suo editoriale di oggi – promuoverà il referendum della Cgil e dei grillini contro il Jobs Act”. Il dream team della sinistra, secondo Renzi, sta commettendo un errore grossolano. Sia a livello politico sia a livello mediatico. Annientare una riforma che, bene o male, tutto il vecchio Partito democratico ha votato è un compito per nulla facile. Spiegare tutto questo all’opinione pubblica è ancora più complicato.“Il Jobs Act – sottolinea infatti il leader Iv – è una legge che il Pd ha votato. Lo ha fatto in Consiglio dei ministri, lo fatto alla Camera, lo ha fatto al Senato”. Il paradosso è davanti ai nostri occhi:"Una legge voluta da un ministro del PD – continua Renzi - presentata nei circoli del PD, difesa dagli amministratori del PD diventa oggi una legge contro cui si fa un referendum organizzato dal PD. Non è fantastico?
L’elenco degli “imputati” interni al Nazareno è lugo, forse troppo. La domanda di Renzi è legittima: "Ma voi, amici carissimi, come fate a organizzare il referendum contro ciò che voi stessi avete voluto? – si chiede il direttore de Il Riformista - Vi state facendo un autoreferendum, lo capite? Caro Paolo Gentiloni, Roberta Pinotti, Beatrice Lorenzin, Marianna Madia, Dario Franceschini, Graziano Delrio: vi ricordate che voi eravate in Consiglio dei Ministri in quei giorni? Lasciare questa domanda senza una risposta netta significa assecondare, in tutto e per tutto, l'azione strategica di Maurizio Landini.
L'asse Schlein-Landini
Il dinamico duo, Cgil da una parte e Partito democratico dall’altro, si è consolidato nel corso delle ultime settimane. Prima la convergenza sul salario minimo legale, poi l’accordo sulla protesta “preventiva” contro una Legge di Bilancio che ancora non esiste. E infine il sostegno di Elly Schlein, annunciato in pompa magna nei giorni scorsi durante un’intervista alla Versiliana, alla nuova sparata politica firmata Maurizio Landini: il referendum abrogativo contro il Jobs Act renziano.
L’attivismo di Landini, volto a colmare il vuoto politico lasciato dall’attuale sinistra, ha un effetto
dirompente sul nuovo Partito democratico. E i risultati sono del tutto negativi: l’identità del nuovo corso Schlein è annacquata, gli errori della segreteria sono amplificati e l’assenza di leadership è sempre più evidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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