Se anche la bellezza diventa politicamente corretta

Se Fazio avesse scelto di parlare della lotta alla mafia avrebbe sicuramente citato o invitato Roberto Saviano

Se anche la bellezza diventa politicamente corretta

Non posso che compiacermi nel verificare che, pur con la passione di una sogliola, Fabio Fazio riprende i temi «politici» che io sostengo, con le parole e con l'azione, da più di 20 anni. Al punto da pubblicare, dieci anni fa, un volume dal titolo Il Partito della bellezza. E oggi Il tesoro d'Italia (edizioni Bompiani), puntualmente inviato a Fabio Fazio. Naturalmente, se Fazio avesse scelto di parlare della lotta alla mafia avrebbe sicuramente citato o invitato Roberto Saviano. Nel caso della lotta per la bellezza, ovviamente, mi ha ignorato e si è appropriato alla lettera dei miei concetti. Efficacemente ha detto «non occorre restaurare», ma occorre restituire, risarcire, mantenere, ridare integrità al nostro patrimonio artistico, garantendo la bellezza. Ci mancava poco che, come io ho fatto in molte occasioni, ribaltasse il logoro precetto «la bellezza salverà il mondo» in «il mondo deve salvare la bellezza». Ho ricevuto molti messaggi che indicavano la bella convergenza di idee. E mi rendo conto che, sempre di più, ciò che sembrava una stravaganza diventa una scelta politica decisiva e, nella bocca di Fazio, anche politicamente corretta. Un po' mi dispiace, ma forse è un percorso inevitabile.
In ogni caso riporto il pertinente messaggio di una professoressa di Nocera Inferiore: «Tanti anni e anni fa, tu sei stato il primo a parlarci di “bellezza”. Ora la propagandano a Sanremo!».
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La prima sera del Festival Gigi Marzullo ha dedicato la sua trasmissione notturna su Raiuno a Fabio Fazio. Le lodi per il talento e le capacità di Fazio apparivano imbarazzanti perché rivelavano il perbenismo e il conformismo degli intervistati, tranquillizzati dalla capacità di Fazio di rendere tutto ovvio e banale. Era il talento di Biagi, ma Fazio si avvicina di più a Mike Bongiorno. Che forse meriterebbe, oggi, aggiornata, una Fenomenologia di Umberto Eco, ammesso che Eco se la possa permettere, per non rischiare di essere demonizzato dagli adulatori di Fazio. Non si potevano ascoltare nel loro dolciastro e unanime encomio. In verità sembrava che il lodato fosse morto. E che ognuno degli intervistati recitasse il suo coccodrillo. Auguri di lunga vita a Fazio. E speriamo che per l'avvenire Marzullo si astenga.
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Un ospite naturale di Fazio, l'inutile ministro dell'Interno Angelino Alfano ha irragionevolmente prorogato lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria. E, per ulteriore sfregio, ha sciolto per infiltrazioni mafiose anche Ricadi, il cui sindaco è un imprenditore turistico di grande onestà e volontà, Pino Giuliano. Il quale, fiducioso nel rigore e nella serietà della Commissione prefettizia, è rimasto esterrefatto.
Per ragioni che io rivelerò tra qualche giorno, le istruttorie di queste commissioni sono spesso arbitrarie e fraudolente.

Dovrebbero essere i prefetti e i ministri dell'Interno a interpretarle, ma la retorica dell'antimafia impone lo scioglimento. Vedremo se il successore di Alfano avrà il coraggio di mettere in discussione i criteri e i pregiudizi delle commissioni di accesso agli atti, come io avrò modo di dimostrare.
press@vittoriosgarbi.it

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