La senatrice trasloca nelle file di Italia Viva e Cateno De luca la aggredisce sui social

Offese sessiste alla transfuga e minacce al leader. Paita: "Pronti a querelare"

La senatrice trasloca nelle file di Italia Viva e Cateno De luca la aggredisce sui social
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Più che un Centro è un Far West. E il terrore del saloon si chiama «Scateno». Che è il soprannome di Cateno De Luca, sindaco di Taormina e deputato regionale siciliano, già sindaco di Messina. Ma soprattutto leader del movimento Sud Chiama Nord, diventato Sud con Nord dopo la candidatura di De Luca al collegio del Senato di Monza che è stato di Silvio Berlusconi. «Scateno» sì, ma anche «Masaniello». Il tutto per via del suo carattere fumantino, delle trovate stravaganti e del linguaggio ruvido. Nel 2007 l'attuale sindaco di Taormina si denudò per protestare contro la sua estromissione dalla commissione Bilancio dell'Assemblea regionale siciliana. Due anni fa è stato denunciato per vilipendio contro l'allora ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Recentemente, ha anche trovato il tempo di mandare a quel paese il comico Angelo Duro.

Una summa dell'effervescenza del leader di Sud con Nord si è vista nell'atteggiamento tenuto da De Luca dopo lo «scippo» da parte di Matteo Renzi della senatrice Dafne Musolino, eletta a Palazzo Madama proprio grazie al movimento del sindaco di Taormina. Si parte giovedì, con una diretta torrenziale sui social. «Dafne, passare per puttana politica in questo ambiente è una delle cose peggiori», si sfoga De Luca, tra aneddoti personali, retroscena e momenti di commozione. Tra gli episodi raccontati c'è un incontro dello scorso anno, prima delle politiche, in cui Renzi avrebbe offerto a De Luca «tre capilista del plurinominale in Sicilia». «Ma poi magari l'ultima notte ci caricava la Boschi», aggiunge il leader siciliano. Che dopo poco parla di «un sistema politico di merda che consente a sculettatori e sculettatrici qui a Roma, poi sul territorio magari scomparsi completamente, di continuare a vivere sulle nostre spalle».

Uno più uno e arriva la reazione dei renziani, che annunciano querele. «Cateno De Luca usa il sessismo e gli insulti per attaccare Italia Viva e le sue parlamentari Boschi e Musolino», dice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Iv. E ancora: «I nostri legali citeranno in giudizio Cateno De Luca». Paita conclude: «Questo modo di fare di De Luca porterà rapidamente altre formazioni politiche a interrompere i rapporti con chi insulta le donne e usa la violenza verbale come stile di comunicazione». «Per le diffamazioni, il tempo è galantuomo», scrive Renzi nella sua Enews. Solidarietà a Musolino e Boschi dalla sottosegretaria di Forza Italia Matilde Siracusano, che dice: «La storia si ripete, ed io purtroppo ne so qualcosa». Vicinanza anche da Carlo Calenda. Ma De Luca non si arrende e annuncia contro querele a Renzi. Poi parla di un tavolo politico all'Hotel Bernini di Roma e spiega così il termine p..

a: «Mettere sul piatto una parlamentare e affermare, come ha fatto Renzi, che o se la prendeva lui o se la sarebbe presa Calenda è davvero un atteggiamento riprovevole, meschino, maschilista, da bullo del quartiere». Insomma, è Renzi «che ha dato nei fatti della puttana politica a Dafne Musolino». Sulla Boschi, De Luca respinge ogni addebito. Quel che è certo è che per Scateno non sarà l'ultima polemica.

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