Sinistra scandalizzata da Piero Pelù: "Un milionario che critica gli 80 euro"

Quando dal palco del concertone del Primo maggio attaccavano Berlusconi andava tutto bene. Ora che governa la sinistra nessuno può fiatare. E il Pd fa quadrato contro Piero Pelù

Sinistra scandalizzata da Piero Pelù: "Un milionario che critica gli 80 euro"

Fanno ancora discutere le parole di Piero Pelù, che dal palco del "concertone" del Primo maggio, a Roma, ha preso di mira il presidente del Consiglio. Prima definendolo "boyscout di Licio Gelli", poi attaccando la misura dell'esecutivo a cui il premier più tiene, gli ottanta euro in busta paga in più a chi guadagna fino a 1500 euro al mese. Il rocker fiorentino ha detto: "Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro...". E dalla folla di giovani e meno giovani accalcati in piazza San Giovanni si è alzato un boato. Fuori dal palco, con l'adrenalina ancora alta, Pelù ha detto: "Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro".

Ovviamente le parole di Pelù non sono passate inosservate. E sono arrivate moltissime prese di posizione. Alessandra Moretti (Pd): "Sarebbe bene che comici e cantanti si occupassero del loro mestiere". E subito dopo ha contestato il fatto che gli 80 euro siano stati definiti come "un'elemosina quando ci sono persone che potranno fare una spesa in più a settimana". Pina Picierno affida la sua replica ad una battuta: "Quando la politica va veloce succede che il rock diventa lento". Poi rincara la dose: "Probabilmente Pelù era impegnato in una registrazione di The voice e non si è accorto di quanto stava avvenendo nel nostro paese, forse non sa che gli 80 euro che il governo Renzi ha deciso di redistribuire a chi ha sempre pagato non sono un’elemosina come l’ha definita lui, ma il primo passo verso l’equità sociale che noi del Pd vogliamo assolutamente riportare in questo paese. Mi dispiace, conclude la Picierno, che a dire no a questi 80 euro sia una persona fortunata e benestante grazie al suo talento. ogni tanto però bisognerebbe uscire dai panni del rocker milionario e indossare quelli di chi vive con mille euro al mese".

Il deputato Dario Ginefra (Pd) se la prende con Cgil, Cisl e Uil, organizzatori del concerto: "Io non ho votato per Renzi al congresso e a volte non ne condivido il modo di fare, ma trovo le parole di Piero Pelù offensive per l’intero popolo democratico. Attribuire a Renzi, dopo due mesi di Governo, le responsabilità della crisi economica, sociale ed occupazionale di oggi è stato atto di disonestà intellettuale - osserva Ginefra -, accostarlo alla figura di Gelli dileggiando anche il movimento scoutista una pessima forma di protagonismo. I sindacati confederali organizzatori dell’evento, sia pur dalla loro legittima posizione di critica alle scelte dell’attuale Governo, dovrebbero prendere le distanze da quel monologo, persino letto male, che disonora quel grande appuntamento di riflessione, di critica, di proposta e di festa che è il Concerto in Piazza San Giovanni". E su Twitter Francesco Nicodemo, responsabile comunicazione del Pd, passa al contrattacco mettendola sul personale: "Solo chi è milionario può dire che #80euro al mese sono un'elemosina. 10 mln di Italiani mandano Pelù a farsi un giro nel Paese reale".

Sulla polemica interviene anche la deputata di Forza Italia Elvira Savino. Lo fa controcorrente: "La reazione isterica del Pd alle parole di Piero Pelù sono la fotografia di un mondo che sta cambiando. Per tanti anni i partiti della sinistra hanno spalleggiato e approfittato della propaganda anti-berlusconiana portata avanti dalla cosiddetta elite intellettuale. Ora che qualche volta la subiscono, si infuriano. Noi, invece, ci abbiamo fatto il callo".

Resosi conto di averla sparata grossa, il giorno dopo Pierò Pelù corre ai ripari: "Lo so che ci sono milioni di italiani che sopravvivono con stipendi o pensioni da vera fame - scrive su Facebook -. A Voi va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà, non volevo certo offendervi! Con tutta la calma del mondo credo però che sia importante capire che per costruire un futuro vero per se e per i propri figli ci sia bisogno solo di una cosa: il lavoro, onesto e... ben retribuito".

"Però Guccini vi piaceva tanto... Benigni tanto... Celentano tanto tanto...". Usa l'ironia Laura Ravetto (Forza Italia) per commentare la bagarre che si è scatenata. Il ragionamento è sin troppo chiaro: fin quando a essere preso di mira era il centrodestra e in particolare Berlusconi, andava tutto bene e la sinistra difendeva chi usava il palco del concerto (o altri spettacoli in diretta tv) per fare piccoli o grandi comizi. Ora però, visto che nel mirino è finita la sinistra, le critiche non vanno più bene.

Ragionamento più o meno analogo quello dell'azzurra Stefania Prestigiacomo: "Gli attacchi scomposti e risentiti della sinistra contro Piero Pelù dimostrano come la faziosità continui ad essere di casa da quelle parti. Se al governo ci fosse stato Berlusconi, le battute ironiche contro il signor Pelù si sarebbero tramutate in plauso. Ma al governo c’è un Pd e quindi la Picierno

538em;">ironizza e pontifica contro il cantante. Bel modo di concepire la libertà di stampa. Il 1 maggio gli artisti sono liberi di criticare solo se governa il centrodestra. Complimenti!".

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