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La sinistra sfrutta il "caso Giambruno" per demolire la famiglia

Giuseppe Conte e Riccardo Magi partono all'attacco della "famiglia del Mulino Bianco" e sui social sbotta anche il dem Zan

La sinistra sfrutta il "caso Giambruno" per demolire la famiglia
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Anche la rottura della relazione tra Giorgia Meloni e il compagno Andrea Giambruno è diventata motivo di scontro politico. Al netto dei numerosi attestati di solidarietà, infatti, non sono mancate le polemiche.

Il leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte, ha detto: "Giorgia Meloni presidente del Consiglio attuale per me è anche un avversario politico, ma io non auguro nemmeno all'avversario politico di dover assumere scelte di vita personali sotto una pressione mediatica così forte, come è successo”. Ma, poi, ha aggiunto “un'annotazione in punta di piedi”, ossia ha invitato “la destra ad evitare di elaborare modelli culturali che poi si vogliono imporre a tutti i cittadini”. Il leader dei pentastellati si scaglia contro i “modelli culturali impregnati di forte ideologia” come “la famiglia del Mulino Bianco”. Modelli che poi si rivelano, “poco rispettosi delle scelte di vita personali che poi loro stessi non riescono a tradurre in prativa data la complessità della vita".

Va ben oltre il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che su Twitter scrive: “A noi non appassiona occuparci delle questioni personali della Presidente del Consiglio tantomeno di quelle private. Vorremmo che lei facesse lo stesso con tutti gli italiani. Chiedo perciò ai politici di maggioranza di astenersi da ora in poi dal fare a chiunque la morale sulla famiglia tradizionale".

Anche in questo caso non manca, dunque, l’attacco alla famiglia tradizionale definita come“un feticcio ideologico che nemmeno loro stessi riescono a onorare”. E ancora: “La caccia alle streghe fatta da questo governo a qualsiasi forma di famiglia diversa da quella del "Mulino Bianco" appare solo come una grande ipocrisia". Secondo Magi “le parole e gli atteggiamenti di Giambruno sono l'emblema della cultura machista che ancora oggi dilaga nel mondo del lavoro, e non solo, in Italia”.

Decisamente più sintetico Alessandro Zan, responsabile diritti del Pd, che su Twitter sbotta: “Almeno lasciate in pace le famiglie che vogliono stare insieme", concludendo il messaggio con il simbolo dell'arcobaleno. A più ampio raggio è la riflessione politica di Angelo Bonelli che sempre sui social invita a pensare alle “tante ragazze madri che, tra mille difficoltà di lavoro e carenze di servizi e diritti, si ritrovano da sole ad affrontare la responsabilità di crescere le proprie figlie e figli”. Il leader dei Verdi, poi, chiede alla Meloni: “Visto che tutto questo è partito da Mediaset e non certamente dalle opposizioni, chi è che vuole indebolirla e perché?".

Insomma, per la sinistra, ogni pretesto è buono per attaccare il concetto tradizionale di famiglia, tanto caro al centrodestra, e contrapporgli la propaganda Lgbt delle ‘famiglie arcobaleno’. Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario FdI alla Giustizia, replica: “Magi, perdendo una buona occasione per tacere, strumentalizza le vicende personali del presidente del Consiglio Giorgia Meloni per accusarla di ‘caccia alle streghe’ e per definire la famiglia 'un feticcio ideologico’”. Delmastro, poi, ricorda a Magi che “oltre al feticismo esiste anche la categoria del voyeurismo politico: quella perversione di chi spaccia per politica la eccitazione che prova nello spiare, commentare, strumentalizzare, con scarsa eleganza e rigurgitando fiele, le vicende private altrui".

Anche il capogruppo degli azzurri al Senato, Licia Ronzulli, difende la premier: "Quando sei donna, e magari fai pure politica, in troppi pensano di sfruttare la scusa di 'personaggio pubblico' per rovistare ogni angolo di casa tua. Se poi fai scelte dirompenti c'è sempre qualcuno che sentirà il bisogno di giudicarti come donna, moglie, madre. E il coraggio neanche viene preso in considerazione”.

Secondo la Ronzulli “la politica dovrebbe fermarsi, avere rispetto e dignità, non certo sfruttare il dolore di una donna per attaccare, ironizzare, criticare le posizioni di un partito o di uno schieramento sul concetto di famiglia tradizionale".

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