La solita piazza di Conte e Schlein: insieme solo per il rancore contro il governo

I leader di M5S e Pd cercano disperatamente l'unità con il classico pallino: andare contro il centrodestra. Ma le profonde spaccature rendono debole l'affannosa corsa alla concordia

La solita piazza di Conte e Schlein: insieme solo per il rancore contro il governo
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Slogan, fiumi di parole, retorica spicciola, poche idee ma confuse, progetti scarsi. L'unica componente a vantare grande forza è il solito livore contro il centrodestra. A Roma va in scena il corteo del Movimento 5 Stelle contro la precarietà. Una piazza da cui dovrebbe uscire una proposta davvero solida e inedita, ma che invece vede elaborare il classico pallino di un'opposizione pregiudiziale. Giuseppe Conte ed Elly Schlein cercano disperatamente l'unità, ma le profonde spaccature rendono debole l'affannosa corsa alla concordia.

Entrambi i leader hanno approfittato della copertura mediatica per farsi trovare insieme. Un abbraccio e un bacio sulle guance a favore di telecamere, giusto per tentare di dare un tocco di convergenza. Ma l'operazione è fallimentare già in partenza. Il segretario del Partito democratico si presenta alla manifestazione auspicando chissà quale unione dentro e fuori il Parlamento. Il presidente del Movimento 5 Stelle lo accoglie con i sorrisi del caso, ringraziandolo per la presenza e ribadendo di essere disponibile al dialogo su battaglie e temi comuni.

Sarebbe curioso sapere quali siano le battaglie e i temi a cui Conte fa riferimento. Sul lavoro ostentano grande unità di intenti, ma alla prova dei fatti il salario minimo non è stato partorito in occasione del governo giallorosso e comunque è un tema su cui si riscontrano proposte con sfumature differenti. Per non parlare dell'invio di armi all'Ucraina: i 5S si aspettavano una svolta pacifista dal Pd, che invece è sempre più diviso sull'approccio alla guerra tra Kiev e Russia.

Allora per quale motivo Schlein si è affrettata a scendere in campo alla partenza del corteo? Forse per la necessità di parlare in maniera implicita al proprio elettorato con la speranza di veicolare un messaggio di unione. Impegno da apprezzare, ma l'ingenuità è tanta: alla base dem e grillina non sfuggiranno né le infinite spaccature tra i due mondi né l'astio reciproco che in questi mesi si è preso la scena. Evidentemente entrambi hanno avvertito la necessità di lanciare segnali, come se fosse il primo passo verso una serie di accordi su un'agenda politica.

La loro mossa è dettata dalla disperazione del caso piuttosto che da una convinzione di merito. Il centrodestra continua a trionfare alle elezioni. Da qui la frenesia per individuare una sponda comune per animare quella fiamma di fiducia sempre più fioca. Ed ecco che ci si unisce "contro" qualcosa. In questo caso il governo Meloni. In nome di presunte battaglie comuni. In realtà il vero collante di questa operazione di piazza è il rancore verso l'esecutivo.

Nulla di nuovo, siamo alle solite. Conte e Schlein scendono in piazza tra un sorriso e un abbraccio. Le immagini di oggi richiamano alla mente quelle di marzo, quando i due erano l'uno al fianco dell'altro per sfilare nella surreale passeggiata antifascista a Firenze. La classica adunata rossa.

Una marcia che ha raccattato tutta la sinistra contro quella che viene vista come una deriva dittatoriale. L'unica deriva è quella del livore su cui continuano a scommettere per unirsi in preda allo scoramento politico.

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